A volte sono piccoli ritardi, altre volte i minuti si sommano dando vita a lunghe attese al gelo mattutino sui binari, con il rischio di arrivare in ritardo al lavoro. Poi ci sono i tragitti infiniti trascorsi in piedi, bilanciandosi difficoltosamente tra i sedili nell’ondeggiare del vagone (spesso troppo freddo in inverno e troppo caldo in estate). Il tutto senza contare l’impatto economico significativo degli spostamenti che incidono sempre di più sul bilancio del mese. Quella dei pendolari è, da sempre, una giornata ricca di scomodità e imprevisti, ma la situazione sembra diventare sempre più complessa.
A dirlo è un esponente del comitato di pendolari romagnoli RomBo: "La criticità che ci pesa maggiormente – spiega – è un sovraffollamento di tutti i treni tra le 7 e le 9 della mattina e poi nel pomeriggio dopo le 16. Le ragioni sono da ricercare nel problema degli alloggi che riguarda in particolare Bologna". Sì, perché come spesso capita anche in questo caso una criticità ne innesca un’altra, dando vita a una vera e propria slavina che finisce per travolgere ogni ambito: se per gli studenti fuorisede iscritti alle università del capoluogo, trovare una stanza in affitto a prezzi ragionevoli è diventata una missione impossibile, è naturale che un numero sempre maggiore finisca per ripiegare sul treno da prendere ogni giorno per frequentare le lezioni.
Un’ulteriore causa degli affollamenti, secondo i portavoce di RomBo, inoltre, è legata a un problema di tariffazione: "Fino a pochi anni fa c’erano treni veloci che potevano essere presi anche dai pendolari pagando un piccolo supplemento nell’abbonamento. Ora, invece, le cose sono cambiate: aggiungere quella opzione è diventato esageratamente costoso e porterebbe a una spesa totale di circa 1.400 euro all’anno. La conseguenza è che i pendolari rinunciano e sono obbligati a scegliere i regionali che finiscono sempre per essere strapieni".
L’ironia della sorte? "Vediamo sempre tante Frecce passare semivuote". Tra le possibili soluzioni, senz’altro, ci sarebbe quella di aggiungere un numero maggiore di regionali, ma, secondo RomBo, non è un’operazione scontata, infatti "è comunque evidente a tutti che la linea è intasata e aggiungere corse è difficile".
Per quanto riguarda i ritardi, invece, ai pendolari succede sempre più spesso di trovarsi ad aspettare su un treno fermo sui binari: "Capita che sul percorso privilegiato ci siano i treni merce, quindi i regionali si trovano a dover aspettare il loro passaggio".
Una situazione con la quale si dovrà fare i conti in futuro, qualora si optasse per la cosiddetta ‘stazione Romagna’, ovvero una fermata per l’alta velocità che sono in molti a proporre proprio a Forlì. L’idea avrebbe avuto il benestare teorico anche dell’amministratore delegato della Rete Ferroviaria Italiana, Giampiero Strisciuglio che, contattato dal sindaco di Forlì Gian Luca Zattini e dal viceministro ai trasporti Galeazzo Bignami, avrebbe "confermato gli intendimenti già espressi di realizzare in un baricentro compreso tra Bologna e Rimini una fermata e che evidentemente Forlì presenta i profili di fattibilità dell’intervento più qualificati per il baricentro e per la catchment area di riferimento".
Ma con l’alta velocità si guarda anche avanti: nel presente restano i problemi di chi ogni giorno trascorre in viaggio molte ore tra disagi, ritardi e cancellazioni dell’ultimo minuto. Proprio ieri sera ha preso il via un altro sciopero di Trenitalia, Trenord e Tper che proseguirà fino alle 21 di oggi. Gli addetti incrociano le braccia per un "peggioramento generale delle condizioni di lavoro": segno che, da qualunque prospettiva la si guardi, la vita sui binari rappresenta ancora per tutti un’estenuante odissea quotidiana con numerosi margini di miglioramento.
Sofia Nardi