
Una giovane manifestante
Forlì, 26 settembre 2019 - Elettra Stamboulis, dirigente del liceo artistico e musicale di Forlì, come dovranno comportarsi i suoi studenti che sceglieranno di prendere parte allo sciopero per il clima? «Dovranno tornare a scuola con la giustificazione firmata dai genitori, se sono minorenni. Però, a differenza delle altre assenze, queste saranno giustificate».
Cosa significa? «Che non andranno a sommarsi al monte ore che potrebbe portare alla bocciatura».
Ha deciso, quindi, di favorire la partecipazione allo sciopero? «Qui non si parla di opinioni personali, ma di leggi. Tra l’altro è stata emessa una circolare ministeriale in cui si chiedeva alle scuole esattamente questo».
Però non tutti gli istituti si muovono in questa direzione.
«Certo, perché le scuole mantengono una certa autonomia e ciascuno può regolarsi come crede».
Lei ha scelto di non penalizzare chi scende in piazza.
«Ho ritenuto opportuna questa soluzione perché a scuola portiamo avanti progetti legati all’educazione alla sostenibilità e mi sarebbe sembrato contraddittorio non rispettare una direttiva ministeriale proprio il giorno in cui i ragazzi scioperano per il clima. Tra l’altro gli studenti hanno scelto la strada più corretta».
Quale?
«Hanno chiesto un’assemblea di istituto, alla quale hanno pieno diritto. Venerdì, quindi, a scuola non ci saranno lezioni, ma semplicemente assemblea. In questo modo chi va allo sciopero non perde ore di lezione».
Lo sciopero può essere visto come un’opportunità di crescita?
«Noi parliamo sempre tanto di democrazia, ma poi a conti fatti diamo pochi esempi di democrazia partecipata. Questa è un’occasione, tra l’altro in uno sciopero che parte pienamente da loro».
E che riguarda un tema molto sentito dai giovani.
«Come si fa a ostacolare uno sciopero studentesco di questo tipo quando vediamo ogni giorno Greta Thunberg, una ragazzina della loro età, dare lezioni ai grandi del mondo? Questa è una generazione a cui per fortuna sta molto a cuore l’ambiente».
Non trova che questo sciopero sia un pretesto per saltare un giorno di scuola?
«No, trovo che sia sincero e, soprattutto, che non sia sciupata dall’intervento di forze esterne: nasce dai giovani ed è portato avanti da loro. È giusto non legare loro le mani».