MATTEO BONDI
Cronaca

Scintille dopo il confronto: "Irricevibile Zattini sul passato"

Il rivale Rinaldini e i vertici del Pd contestano duramente l’affermazione del sindaco nel dibattito di giovedì secondo cui "non bastano 5 anni per rimediare a 50 di disastri di sinistra". La replica: "Offende la città".

Scintille dopo il confronto: "Irricevibile Zattini sul passato"

Scintille dopo il confronto: "Irricevibile Zattini sul passato"

Il dibattito tra i candidati sindaco della città giovedì sera alla Camera di Commercio, promosso da Cna Forlì, ha lasciato strascichi, soprattutto nel centrosinistra che si leva, compatto, contro l’affermazione che l’attuale sindaco e candidato alla rielezione, Gian Luca Zattini, ha fatto sul finire della serata "Non bastano 5 anni a rimediare a 50 anni di disastri di sinistra".

Secondo Graziano Rinaldini, candidato sindaco per il centrosinistra, Zattini avrebbe così "svelato la propria natura, non di civico, bensì di amministratore allineato a posizioni di destra-destra", perché le sue sarebbero dichiarazioni irricevibili "da parte di un sindaco che dice di voler essere, a parole, il sindaco di tutti e che, nei fatti, non lo è".

A sostegno della sua tesi Rinaldini porta l’elenco dei supposti ‘disastri’ prodotti dalle amministrazioni di centrosinistra che hanno governato Forlì per 50 anni: la diga di Ridracoli, l’Università, l’ospedale Morgagni-Pierantoni, la tangenziale, il Polo Tecnologico Universitario, i Musei San Domenico, il Parco Urbano, il sistema del welfare e dei servizi scolastici. "Le dichiarazioni del sindaco – prosegue Rinaldini – denotano mancanza di buona fede e rispetto per gli amministratori lungimiranti che si sono alternati alla guida di Forlì. Penso innanzitutto a Franco Rusticali, uno più illuminati e amati, che ci ha lasciato in eredità opere fondamentali, non solo per la città, ma per l’intero territorio". A confronto con quanto lasciato dai sindaci precedenti, poi Rinaldini elenca cosa ha lasciato, secondo lui Zattini: "L’isolamento di Forlì nel contesto romagnolo e una pretesa di autosufficienza emersa in tutta la sua evidenza e gravità nei giorni dell’alluvione".

Anche la segretaria territoriale Dem, Gessica Allegni, e il segretario del Pd di Forlì, Michele Valli, intervengono sulla questione. "Vogliamo essere molto chiari – scrivono nelal loro nota – con il sindaco: sappiamo bene di essere in campagna elettorale, ma non possiamo tollerare che si offendano la storia e la memoria di questa città e dei suoi grandi amministratori", portando ad esempio le opere già indicate da Rinaldini.

Il Comitato Vittime del Fango, per voce della sua presidente Alessandra Bucchi, reagisce invece per la mancanza di una risposta, sempre da parte di Zattini, a una specifica domanda sulla possibilità per i cittadini di partecipare, in futuro, ai processi di ricostruzione, materiale ed economica, dei quartieri alluvionati: "La risposta è mancata totalmente. L’idea di comunità dell’attuale sindaco di Forlì – si legge poi nella nota stampa – si può proclamare con enfasi e commozione, purché non si nominino gli alluvionati. E poco importa, evidentemente, se tra gli alluvionati ci sono artigiani, commercianti, imprese di varia natura e rilevanza, insomma una fetta consistente del tessuto produttivo della città".

La presidente poi riporta le parole di Zattini, rilasciate il 1° maggio, "Ci siamo messi in ascolto di tutti perché non posso pensare che ci sia qualcuno che non si riconosca nella casa comunale", chiedendosi se l’ascolto fosse avvenuto attraverso la lettura dei comunicati stampa, "vista la latitanza fisica all’apposita commissione" e dopo "un’attesa lunga quasi un anno" di un tavolo di discussione "mai avvenuto".