
Calgaro, 24 anni, ha raggiunto la fama. lavorando con Aldo, Giovanni e Giacomo
Venerdì alle 21 la rassegna comica ‘San Luigi Comedy Night’ della Sala di via Luigi Nanni 14 ospiterà il comico 24enne Davide Calgaro, conosciuto al largo pubblico per aver collaborato con Aldo, Giovanni e Giacomo nei recenti film dello storico trio ‘Odio l’estate’ (2020) e ‘Il grande giorno’ (2022), e per aver vestito i panni del migliore amico di Max Pezzali, Cisco, nella serie Sky dedicata alle origini degli 883, ‘Hanno ucciso l’uomo ragno’ (2024). Calgaro porterà sul palco il suo terzo monologo, ‘Millenium bug’, i cui biglietti sono acquistabili su www.liveticket.it o, in caso di posti ancora disponibili, la sera dello spettacolo presso la sala. Dalle 20 nel foyer saranno disponibili le bevande del Bifor.
Davide Calgaro, come è nata la passione per la comicità?
"Fin da piccolo guardavo ‘Zelig’ in tv, ed ero affascinato dai monologhisti comici, quindi verso i 15 anni ho iniziato a scrivere i miei primi pezzettini, in cui parlavo di cose che mi riguardavano da vicino: la scuola, la famiglia, mia mamma. Avevo già imparato come stare sul palco dalla scuola di teatro GROCK di Milano, che ho cominciato a frequentare a 13 anni, e così mi sono buttato e ho cominciato a provare i miei monologhi nei locali ‘open mic’, le serate aperte in cui ognuno può esibirsi liberamente. Parallelamente, in quel periodo andavano molto le pagine di satira su Facebook, dove scrivevo le mie prime battute di attualità: lì mi sono fatto notare da un autore di ‘Zelig’, che mi ha invitato ai Laboratori di Zelig, dove per la prima volta mi sono interfacciato con un pubblico vero e proprio".
Cosa le ha lasciato quell’esperienza?
"È stato un po’ traumatico, perché ovviamente essendo la mia prima esibizione non avevo fatto ridere. Però sono sceso dal palco e sapevo di volerlo rifare, e questo è stato un segnale forte per me".
Come è nata l’opportunità di lavorare nel mondo del cinema?
"Ho continuato ad esibirmi nei locali, e nel 2018 ho fatto i provini per ‘Stand up comedy’, un programma del canale Comedy central di Sky. Mi sono fatto notare, e sono entrato in un’agenzia di talenti come comico, ma loro hanno iniziato a propormi provini anche per il cinema. Da lì sono stato preso per il mio primo film, ‘Odio l’estate’".
Ha però continuato le due attività in parallelo: quello che porterà in scena venerdì sera è infatti il suo terzo monologo. Si sente più comico o attore?
"Questa è la domanda della vita, è come scegliere tra mamma e papà, anche perché la comicità è molto legata alla recitazione. Se proprio dovessi scegliere, direi la comicità, perché è più personale: scrivo io le cose che porto sul palco".
Come si approccia alla stesura dei suoi monologhi?
"Per me è tutto autobiografico, anche se non ho un vero e proprio metodo. Parto da ciò che succede nella mia quotidianità: se sento qualcosa in giro, vedo una scena o parlo con una persona, mi viene uno spunto, mi prendo la nota sul telefono e poi lo sviluppo".
E il monologo che porterà in scena al San Luigi di cosa parla?
"Sempre raccontando di me, affronto alcuni tratti della mia generazione: la dipendenza dai social e dal porno, la mascolinità tossica dei rapper, la diseducazione della musica che ascoltiamo, insomma, dei ’bug’ dei miei coetanei, che sono anche i miei. Ma è diretto a un pubblico molto variegato".