
Indagati e sotto accusa per la scomparsa della ginecologa forlivese, Sara Pedri (foto grande), Saverio Tateo (nella fotina), all’epoca dei fatti primario del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, e la sua vice, Liliana Mereu
Forlì, 31 gennaio 2025 – Attesa oggi in tribunale a Trento la sentenza sul caso Sara Pedri. Conseguenza fatale, ultimo atto, d’una cronistoria dell’intera vicenda giudiziaria legata alla tragica scomparsa della 31enne ginecologa forlivese.
Saverio Tateo, all’epoca dei fatti (primi mesi del 2021) primario del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, e la sua vice, Liliana Mereu, vengono ufficialmente indagati dalla procura di Trento nell’autunno 2021; la pm Maria Colpani aveva però aperto in precedenza un fascicolo contro ignoti, nel giugno di quello stesso anno; ma in quei giorni non c’è ancora un chiaro nesso con la storia di Sara. Poi a luglio 2021, il ministro della Salute, Roberto Speranza, invia degli ispettori a Trento. Dieci giorni dopo, Paolo Benetollo, direttore dell’azienda sanitaria trentina, si dimette. La commissione interna dell’azienda provinciale per i servizi sanitari, dopo 110 testimonianze, decide per il trasferimento di Tateo, storico primario del reparto, per anni confermato alla guida “per gli obiettivi raggiunti”.
Novembre 2021: Tateo viene licenziato dalla stessa azienda provinciale per i servizi sanitari. (Tateo vincerà poi la causa di lavoro e verrà reintegrato dal giudice, anche se non tornerà mai all’ospedale Santa Chiara; nel settembre 2023 l’azienda sanitaria trentina versa a Tateo 125.261 euro per l’indennità risarcitoria; ma il medico ne chiede poco meno di 300mila). Mereu viene invece trasferita; ora lavora a Catania.
Sempre nel novembre 2021, Tateo e Mereu vengono indagati per maltrattamenti in concorso e continuazione sull’ambiente di lavoro. Un’ipotesi di reato che scaturisce dalla fattispecie classica dei maltrattamenti in famiglia sfociando poi anche nel mobbing. Sedici Maggio 2023: per Tateo e Mereu viene chiesto il rinvio a giudizio. I legali dei due medici scelgono il rito abbreviato. Novembre 2023, scatta il processo con l’abbreviato, a porte chiuse, che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna, davanti al giudice per le udienze preliminari Marco Tamburrino. Va in scena un lunghissimo incidente probatorio (cioè raccolta di prove, in questo caso testimoniali, non più ripetibili). Sono 21 le parti offese tra infermiere, ostetriche e medici dell’unità operativa che fu diretta da Tateo; tra loro Sara Pedri, rappresentata dalla mamma Mirella e difesa in aula dall’avvocato Nicodemo Gentile.
In tutto sono undici le parti civili incardinate nel processo, che complessivamente hanno chiesto al giudice 1,2 milioni di risarcimento. L’avvocato Gabriele Finelli, dell’Avvocatura di Stato, per conto dell’Azienda sanitaria provinciale di Trento, ha avanzato la richiesta di risarcimento pari a 645mila euro per danni di immagine. Saverio Tateo e Liliana Mereu hanno sempre negato ogni accusa: “Il reparto era sano, non c’è mai stata nessuna vessazione”.
Il 29 novembre 2024 il pm Colpani chiede 4 anni, 2 mesi e 20 giorni di condanna per entrambi gli imputati. Gli avvocati Franco Rossi Galante e Mario Murgo, difensori di Mereu, il 13 dicembre 2024, negano ogni accusa nella loro arringa. Gli avvocati Salvatore Scuto e Nicola Stolfi, legali di Tateo, il 15 gennaio scorso ribadiscono la totale estraneità ai fatti di Tateo. L’avvocato Andrea de Bertolini rappresenta invece in aula gran parte delle parti offese sanitarie (9 oltre alle 11 parti civili).
A suo modo, un maxi processo. Oggi, sipario.