Forlì, 14 dicembre 2024 – In tribunale a Trento per il caso Sara Pedri scendono in campo le difese dei due imputati. I primi a parlare ieri in aula a porte chiuse con rito abbreviato sono stati gli avvocati di Liliana Mereu, Mario Murgo e Franco Rossi Galante.
“Per quanto riguarda la dottoressa Mereu, noi abbiamo decisamente escluso che ci sia stato quel clima tossico di cui ha parlato il pubblico ministero perché la dottoressa Mereu non aveva il ruolo per creare una situazione di quel tipo”, ha dichiarato di fronte al giudice Marco Tamburrino l’avvocato Murgo al termine della sua arringa difensiva nell’ambito del procedimento penale per i presunti maltrattamenti nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, che vede imputati l’ex primario Saverio Tateo e la sua ex vice Mereu, accusati di maltrattamenti sul lavoro in concorso e in continuazione (entrambi hanno sempre respinto ogni accusa).
Processo che s’è innescato dopo l’esplosione della vicenda di Sara, la 31enne dottoressa forlivese scomparsa nel nulla il 4 marzo 2021; la sua auto venne ritrovata nei pressi di un dirupo di fronte al lago di Santa Giustina, dopo che Sara s’era dimessa dall’ospedale, a seguito – come hanno sempre riferito la sorella Emanuela e la madre – di continui soprusi subiti all’interno del reparto guidato da Tateo e Mereu. Secondo i famigliari Sara si sarebbe suicidata perché non sopportava più il peso di questa situazione avvilente. Il processo conta 11 parti civili, fra cui la madre di Sara Pedri, che complessivamente hanno chiesto 1,2 milioni di risarcimento.
L’arringa dei legali di Mereu segue la requisitoria della pm Maria Colpani, che per i due imputati aveva chiesto quattro anni, due mesi e venti giorni di condanna. Il 15 gennaio saranno di scena i difensori di Tateo. La sentenza è prevista per il 31 gennaio.