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San Giacomo, su il sipario: "Raddoppiate le richieste: in due anni 39 concessioni"
Dal 1° gennaio 2021 l’ex chiesa di San Giacomo è disponibile alla fruizione dei privati, che hanno la possibilità di farne richiesta al Comune per eventi aziendali, cene, concerti, manifestazioni culturali, incontri pubblici e matrimoni civili. La decisione è stata presa dall’amministrazione comunale che l’ha ufficializzata grazie ad un regolamento ad hoc. Da allora lo spazio (che viene spesso utilizzato anche per ospitare parte delle grandi mostre organizzate annualmente dalla Fondazione Cassa dei Risparmi) posizionato a pochi metri dall’ingresso dei musei San Domenico, è stato richiestissimo.
La sorpresa è che a presentare domanda per organizzare lì un evento non sono state solo realtà forlivesi, ma anche da fuori città. "In due anni abbiamo rilasciato 39 concessioni, 15 nel 2022 e 24 nel 2023. Di questi ultimi 14 sono per eventi già realizzati e i restanti 10 sono in programma entro la fine dell’anno – illustra l’assessore alla cultura Valerio Melandri –. Sono numeri che rendono l’idea dell’apprezzamento crescente per il San Giacomo da parte dei forlivesi ma non solo". L’assessore sottolinea infatti come tra "i soggetti che hanno inoltrato richiesta, sia nel 2022 che nel 2023, ci siano un ente di Parma e un’azienda di Predappio, oltre a Emilia Romagna Festival e a un’altra società di Milano". Proprio al San Giacomo si è tenuta recentemente anche la ‘Charity dinner’, ovvero una grande cena di beneficenza il cui ricavato è stato devoluto allo Ior. Tra gli eventi che hanno avuto luogo nei suggestivi spazi del San Giacomo, oltre a quelli organizzati da aziende ed enti del terzo settore, c’è stato anche un matrimonio civile.
"Per noi il San Giacomo è un luogo bellissimo – prosegue Melandri –, rappresentativo della cultura e dell’identità di Forlì, uno spazio monumentale di indubbio pregio e a forte connotazione storica che volevamo condividere con la città e rendere il più fruibile possibile. Se consideriamo che la sala è disponibile sei mesi all’anno, perché nel restante periodo è riservata alle grandi mostre della Fondazione, possiamo dire con orgoglio che la nostra scelta si è rivelata coraggiosa, ma giusta". A dirlo, a quanto pare, sono i numeri che risultano in crescita: "Da un anno all’altro – conclude l’assessore alla cultura – abbiamo praticamente raddoppiato le richieste di fruizione del San Giacomo, aprendo alla città un luogo che fino a poco tempo fa era appannaggio di pochi eletti".