San Benedetto a terra. Case ancora inondate: "Avevamo cambiato tutti i mobili poco fa"

Dramma nelle vie Isonzo e Pelacano: colpiti residenti e attività economiche. Lungo le strade si accumulano gli oggetti bagnati: tristi scene già viste.

San Benedetto a terra. Case ancora inondate: "Avevamo cambiato tutti i mobili poco fa"

Dramma nelle vie Isonzo e Pelacano: colpiti residenti e attività economiche. Lungo le strade si accumulano gli oggetti bagnati: tristi scene già viste.

L’acqua ha colmato la strada ed è entrata nelle case. Ancora una volta. È lo scenario di via Pelacano e via Isonzo, quartiere San Benedetto: siamo a pochi metri dal fiume Montone che, pur senza esondare, nella notte ha smesso di ricevere le acque dei servizi, provocando l’allagamento del piano carreggiata. Qui, a differenza di altre zone della città, quasi tutte le abitazioni e i negozi sono al piano terra, perciò a finire sott’acqua non sono stati, come altrove, solo cantine e garage, ma anche camere da letto, cucine, salotti… E questa volta i mobili, in molti casi, erano nuovi: acquistati meno di un anno fa, dopo che quelli inzuppati dall’alluvione del 2023 erano finiti ammucchiati a bordo strada prima e in discarica poi.

Tra i residenti armati di scoponi e idrovore c’è anche Loretta Poggi, ex coordinatrice di quartiere e oggi consigliera comunale di minoranza. Il pavimento della sua casa è coperto da uno strato di fango denso. "Entrate pure, non c’è bisogno delle pattine", scherza aprendo la porta per un breve tour del disastro. La situazione è drammatica ma Poggi, così come altri alluvionati, non ha rinunciato a una buona dose di umorismo amaro: "Ormai siamo esperti, tutti stiamo affrontando la situazione con una certa competenza". "Qui all’ingresso – illustra – c’è la camera del babbo. Tutti i mobili vecchi li abbiamo dovuti sostituire dopo l’anno scorso e ora anche questi hanno preso acqua. Non so se riusciremo a salvare qualcosa, ora stiamo cercando qualche supporto per poterli sollevare da terra". Quello che è successo a Loretta Poggi è condiviso da decine di famiglie: "Anzi, c’è anche chi ha avuto molti più danni".

Ed è vero. Tutti i portoni sono aperti e, percorrendo la via, offrono un breve scorcio di ingressi infangati, mobili accatastati uno sull’altro, scoponi in movimento. In azione sulla strada ci sono anche i vigili del fuoco, intenti a liberare alcuni tombini ostruiti. Intanto anche gli esercizi commerciali stanno facendo la loro parte nel tentativo di ripristinare – per l’ennesima volta – la loro attività. Il salone di parrucchiere ha ammucchiato fuori dalla porta mobiletti e flaconi e il ronzio che viene dall’interno non è quello dei phon, ma degli aspiratori in azione.

Poco distante, all’officina Gregori, i dipendenti continuano a spalare acqua torbida fuori dal capannone. I gesti sono lenti, anche la rabbia ora è contenuta dalla stanchezza: ci sarà tempo, domani, per fare la conta di danni che adesso vanno a sommarsi ai precedenti, in una lista alla quale sembra difficile mettere un punto. Ieri via Isonzo è stata riaperta, mentre via Pelacano è rimasta chiusa. Come nei giorni più terribili di un anno fa.

Sofia Nardi