Sabato il ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini aveva incontrato i suoi sostenitori in piazza Saffi e ieri, quindi appena una manciata di giorni dopo, il suo tour pre elettorale l’ha riportato in città. Questa volta il segretario della Lega è stato in visita alla nuova casa circondariale di Forlì, nel quartiere Quattro.
Il carcere, in via di costruzione dal lontano 2008, tra fallimenti, stop ai lavori e iter giudiziari, è oggi un gigante incompiuto soffocato da erba alta, ammassi di rifiuti e detriti, tra i quali spiccano i blocchi già completati (o quasi), ma ormai danneggiati dal tempo e dalle intemperie, circondati da impalcature arrugginite. Ora, comunque, sembra che gli impedimenti siano finalmente venuti meno e i lavori sono stati riaffidati: la nuova ditta, la ‘Devi impianti’, dovrebbe prendere le redini del cantiere in gennaio.
Ad accogliere Salvini, accompagnato dal deputato Jacopo Morrone, ieri c’erano Michele Pacciani, provveditore interregionale per le opere pubbliche, la direttrice della casa circondariale forlivese Carmela De Lorenzo, la comandante della Polizia penitenziaria Sandra Milani e Luciano Siesto, dirigente del provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria per Emilia-Romagna e Marche. All’incontro non sono mancati i due candidati forlivesi della Lega al consiglio regionale, Daniele Mezzacapo e Simona Buda.
Il vicepremier, sfoggiando quella cravatta rossa in omaggio a Trump che ha più volte indossato dal giorno delle elezioni Usa, è stato accompagnato a una dettagliata visita all’interno di un blocco della struttura carceraria: "Spero che questo modello non sia ormai superato", commenta Salvini varcando la porta di accesso. Di fronte a lui si apre un lungo corridoio sul quale si susseguono decine di porte blindate dipinte di blu: sono le porte delle celle, tutte spalancate. All’interno delle stanze solo polvere, muffa e ragnatele. Alla stampa a questo punto viene precluso di proseguire.
Salvini sale fino all’ultimo piano e, insieme a tecnici e addetti, si sporge da un ballatoio: da lì si può vedere la pianta del carcere, quello che è già stato fatto e quello che invece non è mai stato ultimato. Poi la visita si conclude e il ministro riemerge dalle viscere della prigione: "Credevo peggio – il primo commento una volta fuori –. La base di partenza è buona". Poi prosegue: "Ora finalmente ci sono tempi certi per il via ai lavori, che partiranno in gennaio e fra tre anni qui sarà ultimata una struttura carceraria con cento posti, che consentirà agli uomini e alle donne della penitenziaria di lavorare in condizioni migliori rispetto ad oggi". Salvini accenna anche alla rocca di Ravaldino, l’attuale casa circondariale: "Una volta che il nuovo carcere sarà concluso sarà possibile liberare il centro di Forlì e magari anche quello di Ravenna. L’amministrazione di Forlì dovrebbe già ragionare su cosa fare dell’area una volta che non ci saranno più i detenuti".
A fornire qualche dato più preciso sul destino del carcere è un tecnico incaricato: "Il costo complessivo è di circa 68 milioni di euro, suddivisi in tre interventi totali. Il primo riguardava in particolare l’ingresso, le mura esterne e parte degli alloggi. Un secondo stralcio di lavori, poi, ha preso il via nel 2010 e riguardava la parte detentiva maschile e altri ambienti interni: questo intervento subì uno stop e non è mai arrivato a compimento. Il terzo intervento, che poi di fatto è diventato il secondo, era inerente alla parte detentiva femminile, la struttura per i protetti e i semiliberi e altri alloggi". Questa fase è conclusa, anche se, naturalmente, chi metterà le mani sull’edificio dovrà pensare anche a sanare i problemi che sono insorti nel frattempo sulla parte completata.
Adesso a essere stato riappaltato è l’intervento interrotto nel 2011. "Tre anni è un tempo verosimile – commenta il tecnico confermando le stime temporali del ministro Salvini, pur usando una maggiore cautela –: il 2028 è un orizzonte plausibile per la consegna".