
Stefano Accorsi è Pietro in ’Una figlia’, tratto dal romanzo ’Qualunque cosa accada’
Un biglietto per il cinema ai primi dieci lettori che, questa sera, consegneranno questa pagina alla cassa del cinema Saffi a partire dalle 20.30.
In sala arriva ’Una figlia’. Il film diretto da Ivano De Matteo vede protagonista Pietro (Stefano Accorsi), un uomo di mezza età con un grande dolore mai superato: la morte di sua moglie, che lo ha lasciato solo con la loro figlia. La tragedia, avvenuta quando la figlia era ancora molto piccola, ha fatto sì che tra i due si creasse un rapporto esclusivo, totalizzante, in cui uno curava le ferite dell’altro attraverso le proprie. Quando, dopo diversi anni, proverà a rifarsi una vita con una nuova compagna, non tutto andrà come sognato: la reazione di sua figlia sarà esplosiva e Pietro sarà messo a dura prova. Si ritroverà a lottare tra rabbia e istinto paterno: quanto le può perdonare? Quanto è più forte l’amore della ragione? Sia Pietro che la figlia, così, verranno posti di fronte a una scelta: lasciare tutto così com’è o costruire insieme un rapporto nuovo e più adulto? Il film è liberamente ispirato al romanzo ‘Qualunque cosa accada’ di Ciro Noja, edito da Astoria Edizioni.
Rimane ancora in scena ’Sotto le foglie’, diretto da François Ozon. Michelle Giraud (Hélène Vincent) è una pensionata che vive in un tranquillo villaggio della Borgogna e condivide la sua vita con l’amica di lunga data Marie-Claude Perrin (Josiane Balasko), con la quale si dedica alla cura dell’orto e ad altre tranquille attività domestiche. La sua routine viene sconvolta dall’arrivo della figlia Valérie (Ludivine Sagnier) e del nipote Lucas (Garlan Erlos), per le vacanze di Ognissanti. Valérie è distaccata e rancorosa verso la madre a causa di un passato difficile. Nel frattempo, Marie-Claude è preoccupata per il figlio Vincent (Pierre Lottin), da poco uscito dal carcere. Michelle, volendo aiutarlo a ricostruire una vita onesta, lo assume come giardiniere. Grato per il sostegno ricevuto, Vincent decide di parlare con Valérie, cercando di migliorare i rapporti tra madre e figlia. La storia esplora legami familiari complessi, mettendo in luce la capacità di cambiamento nonostante le difficoltà. Tutta l’azione si svolge in autunno, un periodo che è anche metaforico, infatti il film è una riflessione piena su quello che che è l’’autunno della vita’, ma anche sul perdono delle nuove generazioni verso le persone anziane. L’ispirazione per il film arriva da alcune vicende personali di Ozon: una zia del regista aveva preparato per tutta la famiglia un pasto con i funghi che lei aveva raccolto nel bosco. Durante la notte tutti si sentirono male per intossicazione, ad eccezione della cuoca, che non aveva mangiato i funghi. Anche la scelta di ambientare la storia in Borgogna non è casuale: si tratta della regione francese dove il regista trascorreva le vacanze da piccolo.