
Le rondini, anche in campagna, sono sempre meno
Forlì, 17 aprile 2023 – Le rondini sono da sempre le messaggere alate della primavera. Prima di partire per la lunga migrazione dall’Africa verso l’Europa passano giorni a nutrirsi, arrivano a raddoppiare il loro peso e regalano uno degli spettacoli più affascinanti della natura, vivendo un’avventura che dura da migliaia di anni: il grande volo degli uccelli migratori. Nei giorni scorsi, però, alcuni forlivesi hanno segnalato una loro diminuzione, riscontrabile anche dalla scarsa nidificazione in aziende agricole del territorio.
La Lipu (lega italiana protezione uccelli) è un’associazione che si occupa dal 1965 di conservazione della natura, tutela della biodiversità e promozione della cultura ecologica in Italia e cura ogni anno più di 15mila animali selvatici in difficoltà e gestisce 30 oasi e riserve. "La diminuzione delle rondini – spiega Marco Gustin, responsabile specie e ricerca della Lipu – è un dato oggettivo certificato da uno studio e da un progetto che portiamo avanti da circa 20 anni su 40 specie di uccelli a tipologia agricola. Si tratta di un declino dovuto a diversi fattori e la diminuzione è sensibile nelle zone della pianura Padana ad agricoltura intensiva, fra le quali certamente la Romagna e il Forlivese".
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Un primo fattore è dovuto al fatto che diversi esemplari non riescono a sopravvivere al lungo viaggio della migrazione che parte dal Sudafrica, attraversa il continente e sorvola il Mediterraneo. "Lo stress per le rondini è forte – precisa Gustin – e inoltre va aggiunto il fatto che in alcuni paesi africani vengono cacciate per motivi alimentari, in Nigeria per esempio". La rondine infatti può percorrere anche 320 chilometri al giorno alla velocità di 32 chilometri all’ora, privilegiando però sempre un volo a bassa quota.
Altre cause della diminuzione, però, sono direttamente riconducibili a noi: "Un fattore importante per la diminuzione dell’arrivo delle rondini è quello dell’inquinamento – spiega l’esperto – e dell’uso di pesticidi ed erbicidi in agricoltura che fanno calare la presenza di insetti, il cibo degli uccelli". Le abitudini agricole sono mutate e così anche le aie dei contadini che sono diventate più asettiche e meno ricche di ‘alimenti’. In più il cambiamento climatico è un fattore che incide sull’aridità di alcune zone del Sahara e sulla riproduzione.
L’equazione è semplice: meno insetti nel territorio, meno possibilità per i pulcini di sopravvivere e di essere presenti in maniera stabile in Romagna. Il garrito, il canto tipico delle rondini è quindi meno frequente nel Forlivese ma – come diceva il filosofo Aristotele nel dialogo con l’amico Aristofane nell’Etica Nicomachea – "una rondine non fa primavera".