Alberto Gentili, consigliere comunale e presidente della terza commissione dedicata al Welfare, cos’è il ‘progetto di vita’?
"Non si tratta di una cosa nuova, ci sono vari riferimenti legislativi che lo introducono, l’ultimo è il decreto legge cosiddetto Locatelli, dal nome dell’attuale ministra, che a maggio ha definito nel dettaglio il progetto di vita. Da lì è partita la sperimentazione che coinvolgerà anche il nostro territorio".
Come cambia l’offerta dei servizi alle persone con il progetto di vita?
"Si tratta di un cambio di paradigma. Al momento i servizi di welfare, grazie alla rete del terzo settore, vengono attivati a seconda di un’analisi del bisogno: il Comune acquista dei servizi e, se una persona ha un bisogno, viene inserita. Tutto questo non viene annullato, ma una persona fragile potrà fare richiesta di attivare un proprio percorso che prende forma in base ai suoi desideri e ai suoi progetti".
Come sarà finanziato il progetto?
"La persona, insieme alla sua famiglia, è il fulcro di un team multidisciplinare che elaborerà questo percorso per andare a rispondere al progetto di vita. Verrà anche definito un budget col quale andare a trovare le risposte più adatte sul territorio".
Come?
"La legge parla di sostenibilità, sia economica, sia adeguata alla condizione della persona. In sostanza, il sistema deve reggere. Entra a far parte del budget la somma che l’ente pubblico avrebbe comunque messo per inserire la persona in una struttura, per esempio, o quanto la famiglia avrebbe comunque speso per lo stesso servizio".
Ma la persona dell’esempio di cui sopra andrà comunque in struttura?
"Non è detto, potrebbe anche desiderare di provare una convivenza con persone normodotate. Accompagnato, nel caso. Oppure scegliere lui stesso una struttura invece di un’altra, perché ci si trova meglio".
Quindi non sono più i servizi sociali a individuare le strutture su cui appoggiarsi?
"Il cambio di paradigma è proprio questo, come per tutte le persone che scelgono cosa fare della propria vita, anche per le persone fragili si cercherà di andare in questa direzione. Le istituzioni e i servizi la accompagneranno in questa scelta".
Quali saranno i prossimi passi?
"Già in novembre si procederà con la formazione degli assistenti sociali sia in capo all’Ausl che al Comune. Dal 1° gennaio poi sarà attiva a tutti gli effetti la sperimentazione. Anche se in questi anni sono già una quindicina i casi che si sono avvalsi di questo percorso".