CRISTINA DEGLIESPOSTI
Cronaca

Ridracoli tracima per la quinta volta: "Così avrà acqua mezza Romagna"

Il presidente di Romagna Acque, Bernabè: "Questo marzo è stato il più piovoso dal 1974". Ma il territorio alza l’asticella: servono altri 20 milioni di metri cubi. Obiettivo prelievi dal Rabbi.

Accanto, la suggestiva tracimazione iniziata, tra le 23 e le 24, nella notte tra lunedì e martedì. Sotto, il presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabè

Accanto, la suggestiva tracimazione iniziata, tra le 23 e le 24, nella notte tra lunedì e martedì. Sotto, il presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabè

di Cristina Degliesposti

BAGNO DI ROMAGNA

(Forlì)

Quinta tracimazione da inizio anno. Un record. L’anno scorso furono quattro in dodici mesi e, fino a poco tempo fa, si attendeva come un’epifania quello ’sfioro’ che nel 2007 e nel 2022, ad esempio, non avvenne proprio. Ma dietro al fascino suggestivo di quel salto di 104 metri delle acque Bidente, dal muraglione della diga di Ridracoli, si cela una Romagna assetata fatta di un milione e mezzo di persone che, in estate, con il turismo in Riviera, raggiungono ben altri numeri. "Avere altri 20 milioni di metri cubi d’acqua permetterebbe più flessibilità – spiega Tonino Bernabè, presidente di Romagna Acque –: ciclicamente in Romagna andiamo incontro a periodi molto siccitosi ogni cinque anni".

Che annata è questa?

"Guardando alla serie storica, marzo 2025 è stato il marzo più piovoso dal 1974, anno in cui iniziammo le rilevazioni a Ridracoli: 335,6 mm contro una media di marzo di 126,6 mm. A gennaio inoltre sono piovuti 123,4 mm contro i 113,4 di media, a febbraio 112,6 contro i 124 medi. Se guardiamo alle annate, poi, nel 2023 sono caduti 1662,8 mm di pioggia e 1644 nel 2024, contro dati medi storici di 1410-1420 mm".

È un bene per l’approvvigionamento?

"Sì, tenere piena la diga fino a fine maggio consente di superare l’estate senza usare le fonti del Riminese. Ridracoli copre il 50-60% del fabbisogno idrico della Romagna perché, lo ricordo, è nata solo per scopi potabili non idroelettrici, mentre il restante fabbisogno è coperto con l’acqua del Po, tramite il Cer. Quando nel 2022 ci fu una siccità prolungata del Po parte del Ravennate rischiò davvero di restare senz’acqua. Oggi è cambiata drasticamente la frequenza degli eventi".

Cosa comporta?

"Difficoltà nell’accumulare grandi quantitativi d’acqua che cadono in poco tempo, questa è la sfida oggi: trattenere l’acqua. E possibilmente raccoglierla a monte, dove bacini come Ridracoli fungono da casse di laminazione. Oggi si è tornato a parlare con insistenza di costruire le dighe di Vetto (Reggio Emilia) e Castrola (Bologna) , ma in Italia, dove ce ne sono 532, le ultime fatte sono state Ridracoli e BIlancino: le altre hanno tutte in media mezzo secolo di vita".

Ridracoli, per dimensioni, non è certo tra le maggiori: è sufficiente per lla Romagna?

"La fortuna della Romagna è che può contare su fonti diverse, tutte interconnesse tra loro grazie anche a serbatoi. Però altri 20 milioni di metri cubi aumenterebbero la flessibilità".

Come raggiungere quella quota: con un nuovo invaso?

"Questa è una strada. Con l’Università di Bologna abbiamo già presentato da tempo alcuni studi in Regione, sul Rabbi, che potrebbero contemplare anche un uso idroelettrico. Ma un’alternativa per recuperare 8-12 milioni potrebbe essere prolungare la galleria di gronda attuale (che consente di fra confluire dentro a Ridracoli acqua da altri quattro punti e fiumi, ndr) di un paio di chilometri, con una presa sempre sul Rabbi che è nella vallata accanto al Bidente".

Cosa manca per fare quest’ampliamento?

"Soprattutto la parte autorizzativa. L’ente parco deve, prima di tutto, modificare il regolamento nella parte che disciplina l’uso delle acque, poi servono le osservazioni di tutti i comuni emiliano-romagnoli e toscani coinvolti e, comunque, l’ultima parola è del ministro dell’Ambiente".

Un po’ lunga, pare.

"L’alternativa è il commissario alla siccità, con i poteri straordinari di cui dispone".