Se n’è andato all’improvviso giovedì mattina, colpito da un infarto nella sua abitazione forlivese, il professor Romano Prati (foto), a lungo insegnante di chimica a Ragioneria e anche, da metà degli anni ‘60, uno degli esponenti di più lungo corso del Partito repubblicano cittadino: "Quando l’ho saputo sono rimasto molto dispiaciuto ed anche sorpreso – racconta il presidente regionale del partito Marcello Rivizzigno –, perché lo avevo sentito al telefono non più tardi di quattro-cinque giorni fa in vista del Congresso di consociazione del 30 novembre e mi aveva dato l’idea di essere una persona che, acciacchi e problemi dell’età a parte, stesse bene. Era entrato nel partito nel 1963, infatti lo ricordo al Congresso di Roma di quell’anno fare già parte della ‘Giovanile repubblicana’, poi è stato a lungo membro della direzione di Consociazione, il nostro organismo statutario".
Classe 1940, Romano Prati si era laureato in chimica industriale nel 1964 all’Università di Bologna ed aveva iniziato ad insegnare alle superiori, a Ragioneria, ma anche a fare consulenze in qualità di perito chimico per il tribunale e per alcune aziende: "Romano non è mai stato un uomo di prima fila – continua Rivizzigno – ma una persona sempre presente e attiva nel partito. Era ben voluto ed apprezzato da tutti per la sua coerenza politica e per la sua capacità di relazionarsi con gli altri discutendo ma sempre in maniera pacata ed amichevole. Non andava mai fuori dalle righe e confrontarsi con lui era piacevole perché anche se le idee e le vedute erano differenti nelle sue parole non mancava mai la pacatezza e la saggezza nei toni e nei contenuti. Era un sostenitore della linea forlivese del partito, anche se in passato si era un po’ staccato dal Pri quando ci fu la questione dei crocefissi nelle scuole. Lui era ateo, ma il crocefisso nelle aule lo voleva".
Dopo aver perso nel 2017 l’adorata moglie Sonia, Romano lascia la figlia Silvia e due nipoti, Francesco e Federico di 15 e 18 anni. Come da sue volontà da repubblicano doc dentro al feretro ha voluto uno stralcio di edera a ricordo del partito ed uno di acacia a ricordo della moglie. La salma sarà esposta alla camera mortuaria dell’ospedale fino alle 11 di questa mattina, poi sarà cremato, ma continuerà a vivere nella memoria di chi gli ha voluto bene.
Stefano Benzoni