di Quinto Cappelli
La Regione Emilia-Romagna ha pubblicato un bando regionale per il rinnovo dei vigneti, strategia fondamentale per sostenere le imprese verso produzioni di qualità, in particolare per le varietà Dop e Igp e per una forte competitività delle aziende vitivinicole regionali. Con un finanziamento di 15,2 milioni, la Regione sostiene investimenti per l’innovazione tecnica e nuove varietà. Le aree interessate toccano tutte le province, dalla pianura emiliana e romagnola fino alla costa e alla collina.
Il bando concede contributi per l’estirpazione e il reimpianto di nuove varietà di uva da vino e per incentivare tecniche produttive innovative, all’insegna della meccanizzazione e dell’installazione di impianti irrigui di ultima generazione. Spiega l’assessore regionale all’agricoltura, Alessio Mammi: "Si tratta di un aiuto concreto alle imprese agricole per il miglioramento della qualità dei vini e una produzione sempre più sostenibile". Gli aiuti per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti variano da 8mila (sotto la via Emilia) a 8.500 euro all’ettaro (sopra la via Emilia). A questa cifra vanno poi sommati un contributo extra di 900 euro l’ettaro per l’estirpazione del vecchio vigneto e ulteriori 3mila euro, sempre per ettaro, per il mancato reddito durante il fermo produttivo per i lavori di rinnovo di vigneti. La superficie minima dell’intervento è fissata in 5mila metri quadrati raggiunti anche sommando le superfici relative a più interventi. Potranno essere rendicontati non solo i costi sostenuti per eseguire l’intervento (acquisto pali, fili e barbatelle), ma anche le spese per i lavori in economia. Le domande vanno presentate online entro le ore 13 del 31 marzo 2023 sulla piattaforma di Agrea, direttamente dagli imprenditori agricoli oppure attraverso i Centri di assistenza agricola (Caa).
In Emilia-Romagna sono 53mila gli ettari di vigneti, di cui oltre 30mila in Romagna, con il 66% delle uve prodotte che rivendicano vini Dop o Igp. La maggior parte dei Dop (Denominazione di origine protetta) romagnoli sono Sangiovese, Albana, Trebbiano e Pagadebit, che possono essere anche Igp (Indicazione geografica protetta), insieme a tutti i vitigni internazionali.
Commenta Bruno Ranieri, direttore della Cantina sociale di Forlì Predappio, con 1.250 soci e 3.400 ettari di vigneti: "La riconversione dei vigneti riguarda il 5% degli ettari dei nostri soci. Si tratta di un contributo abbastanza sostanzioso per il rilancio della nostra viticoltura. Saranno impiantati nuovi vitigni rispondenti alle esigenze del mercato, che sono: vitigni a bacca bianca per vini spumeggianti e a bacca rossa, in particolare Sangiovese, per ottenere vini di grande struttura".
Per il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli, il provvedimento regionale "rappresenta un passo avanti importante per il settore vitivinicolo dell’Emilia-Romagna, perché permette di tutelare le produzioni della nostra filiera dall’invasione di vini generici stranieri". A questo proposito aggiunge Marco Allaria Olivieri, direttore regionale Coldiretti: "La nostra Regione è caratterizzata da un tessuto produttivo diversificato che comprende la produzione di vini di alto profilo, ma anche di cosiddetti vini comuni, che tanto spazio sanno ricavarsi nella grande distribuzione e, in fin dei conti, sulle tavole dei consumatori. Penalizzarne la produzione avrebbe lasciato spazi di mercato liberi alla concorrenza di produzioni di profilo analogo, ma provenienti dall’estero".