Forlì, 9 luglio 2024 – C’è malumore, crescente, e aria di protesta tra i residenti di via Schiova, nelle campagna di Pievequinta, per la situazione in cui versa l’ex fornace Sila. Il sito infatti è divenuto un gigantesco deposito scoperto di biomasse, con cereali, legumi e altri materiali organici accumulati e anche rifiuti che stanno causando, da tempo, problemi di varia natura.
“Prima di tutto – spiega Alessandro Righi, coordinatore del comitato di quartiere Pievequinta-La Caserma-Casemurate – dobbiamo sopportare odori nauseabondi che vengono prodotti da queste sostanze in fase di fermentazione e stoccate a cielo aperto, con polveri di lavorazione che si disperdono sul territorio e in particolare sulle abitazioni che si trovano a poche decine di metri. Inoltre c’è un abnorme proliferazione di grossi ratti, nutrie, piccioni, zanzare e mosche, che così infestano la zona. Ci sono anche materiali di imballo come bancali, sacchi e cisterne accatastati ovunque. L’autorità pubblica ha anche fatto intervenire alcuni cacciatori con lo scopo di ridurre il numero dei piccioni e delle nutrie che infestano tutta l’area, ma i risultati non sono stati sufficienti”.
Il 3 ottobre 2023 si è tenuta a Palazzo Morattini a Pievequinta un’assemblea pubblica indetta dal comitato di quartiere per discutere della pesante situazione igienico-sanitaria. “Allora abbiamo spiegato che l’attività posta in essere sul sito dalla società Molino Pelliccioni di San Pietro in Vincoli, che detiene l’ex fornace – afferma Luigi Lelli del Comitato di quartiere – non è più sostenibile e la popolazione è esasperata. Il titolare ci ha rassicurato e si è impegnato a risolvere la questione, ma ad oggi la situazione persiste e con l’estate è destinata a peggiorare”.
Nel dicembre scorso i cumuli di sostanze e rifiuti hanno preso fuoco e sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per sedare i fumi ed evitare danni al capannone adiacente. “Il rogo – ricorda Luca Barbanera, residente a soli cento metri dal sito – ha sviluppato una nuvola di fumo che ha allarmato il circondario e condizionato anche il passaggio dei mezzi nella vicina sede autostradale, ma per fortuna non ci son stati feriti”.
In seguito i vigili del fuoco sono intervenuti anche per le operazioni di bonifica e raffreddamento del materiale bruciato, con la presenza del personale tecnico di Arpae e dei carabinieri forestali. Il 18 maggio scorso l’autorità giudiziaria ha posto i sigilli sull’area, sottoposta a sequestro penale, ma nel frattempo gli abitanti non hanno visto interventi mirati a bonificare il sito. “Il pesante impatto ambientale sulle persone della zona rimane – protestano in coro Laura Ricci e altri abitanti presenti fuori dai cancelli dell’ex fornace Sila –, con un odore nell’aria insalubre”. Le famiglie lamentano pure l’impossibilità a volte di far giocare fuori i bambini.
Il comitato di quartiere chiede “che l’autorità giudiziaria, o chi di dovere, si attivi per risolvere la questione in tempi brevi. Comune di Forlì, Ausl e gli enti preposti facciano rispettare le regole sanitarie per evitare il rischio di ulteriori incendi ed esplosioni, a tutela dell’incolumità pubblica, per riportare il territorio in sicurezza. Sono due anni – concludono i rappresentanti del comitato di quartiere –, che conviviamo con questa situazione che provoca disagi e insofferenza: è giunto il momento di intervenire velocemente per il bene di tutta la comunità. Siamo preoccupati e stanchi di vivere in un ambiente assolutamente non sicuro”.