SOFIA NARDI
Cronaca

Il progetto Casa Romagna: “L’osteria ha chiuso, ma presto riaprirà con nuovi gestori”

Stop a uno dei tre locali, dopo alcuni lavori necessari. Brunelli: “Ora si tratta di completare l’offerta, work in progress funzionante al 50%. C’è ancora bisogno di tempo per trovare la giusta formula”

Palazzo Talenti Framonti in piazza Saffi (ex Eataly) ora ospita un bar e una pizzeria; l’osteria invece ha chiuso quest’estate

Palazzo Talenti Framonti in piazza Saffi (ex Eataly) ora ospita un bar e una pizzeria; l’osteria invece ha chiuso quest’estate

Forlì, 11 gennaio 2025 – L’idea di partenza era quella che Casa Romagna, la realtà che oggi caratterizza la gestione di palazzo Talenti Framonti (per intenderci, l’ex Eataly), diventasse un “hub della Romagna”. Queste, un anno fa, furono le parole di Gianfranco Brunelli che prefigurava uno spazio che andasse ben oltre le tre principali branche che lo compongono, per dare vita a una vetrina anche culturale che fornisse ai turisti uno spaccato di romagnolità (e, più in senso stretto, forlivesità). La cooperativa Casa Romagna, in origine, era composta da tre precise realtà, ovvero: bar al primo piano, gestito da Flora; pizzeria al primo, con gestione degli stessi titolari de ‘La Marì d’Otello’ e, infine, l’osteria del secondo piano che vedeva al timone Davide Casamenti (ristorante ‘Alla vecchia osteria’ di San Zeno), Filippo Drudi (gestore del pub ‘Lato B’) e Simone Fornasari (titolare della ‘Tenuta del gelso’ di Bertinoro).

Uno dei tre ingranaggi, nei mesi scorsi, ha però cominciato a scricchiolare. Si tratta dell’osteria che nel corso dell’estate ha chiuso adducendo due precise motivazioni: la necessità di alcuni lavori nella zona cucina, imposti dall’Ausl, e alcune migliorie per quanto riguarda le barriere architettoniche. Ora, a diversi mesi di distanza, resta ancora chiusa. “I lavori necessari – spiega Brunelli – sono stati completati piuttosto rapidamente, però ora si tratta di trovare il giusto modello che vada a completare l’offerta. L’osteria, comunque, riaprirà senz’altro tra uno o due mesi”. Però, come precisa il presidente della Fondazione Maurizio Gardini, lo farà “non con gli stessi gestori”.

Un avvicendamento che Brunelli non legge come un problema: “Tutto l’insieme di ‘Casa Romagna’ è gestito dalla cooperativa omonima, composta da tanti soggetti diversi. Se abbiamo pensato a un modello plurale è proprio perché gli avvicendamenti non dovessero essere un limite. A differenza di ciò che avveniva con Eataly, un aggiustamento interno non significa condannare tutto il progetto a una chiusura”. Un progetto che, secondo Brunelli “attualmente è funzionante al 50%, ma che presumibilmente presto potrà dirsi completo”. Il 50% che manca, oltre all’osteria, includerebbe anche la parte che riguarda “il coinvolgimento del territorio con prodotti locali d’eccellenza e laboratori tematici”.

L’idea della Fondazione, infatti – e Brunelli lo ribadisce – non è mai stata quello di “aprire un bar, una pizzeria e un ristorante come tanti altri”. Il bilancio, però, secondo la Fondazione resta positivo: “Vediamo che la piazza ha già cambiato volto e che le attività aperte stanno funzionando bene”. Pizzeria e bar, quindi, secondo Brunelli sarebbero saldamente radicati e con i conti in attivo, anche se, tiene a precisarlo, “Casa Romagna è un work in progress che ha ancora bisogno di tempo e diverse sperimentazioni per trovare la giusta formula”.