A processo il primario di Sara Pedri: “Ufficio insonorizzato? Non è vero”. Sentenza attesa il 13 dicembre

Saverio Tateo, ex responsabile della Ginecologia di Trento, ha terminato la propria deposizione: 2 ore di domande e risposte, 15 totali, in cui ha negato i maltrattamenti per i quali è imputato

L'ex primario di ginecologia Saverio Tateo e Sara Pedri

L'ex primario di ginecologia Saverio Tateo e Sara Pedri

Forlì 29 giugno 2024 – L’ex primario Saverio Tateo nega ogni accusa relativa ai maltrattamenti, ancora una volta, nell’ultima udienza a lui dedicata. Anche ieri il luminare è tornato in aula, nel corso del processo con rito abbreviato in tribunale a Trento, la città in cui ha diretto il reparto di Ginecologia e Ostetrica, lì dove lavorava anche Sara Pedri, dottoressa forlivese alla prima esperienza dopo la specializzazione: aveva 32 anni il 4 marzo 2021, quando è scomparsa (le ultime tracce fanno pensare a un suicidio; il corpo, presumibilmente finito in un lago artificiale, non è mai stato trovato).

Due ore di interrogatorio, con le domande della pm Maria Colpani e delle parti civili, davanti al giudice per l’udienza preliminare Marco Tamburrino. Quindici ore in totale, contando le due udienze precedenti. Secondo il quadro emerso durante l’indagine, otto medici e sanitari sarebbero stati vessati con turni ‘punitivi’ e non solo.

Tra loro anche Sara. Imputata insieme a Tateo la vice-primaria Liliana Mereu. Tateo, il cui reparto era considerato un’eccellenza nella sanità trentina, è stato licenziato e poi reintegrato, e attualmente sta lavorando all’estero.

Anche ieri si è parlato dell’organizzazione dei turni. Del fatto che l’ufficio del primario fosse insonorizzato perché dall’esterno non si sentissero le urla di rimprovero ai dipendenti convocati (la stessa Sara ha lasciato scritta la sua preoccupazione per un colloquio col primario): Tateo, ad ogni modo, ha detto che non c’era nessuna tecnica per ‘coprire’ le urla.

“Ho fatto il mio lavoro”, è la consueta linea difensiva. Alla fine, una delle parti civili ha evidenziato il “clima molto corretto” in cui si è svolta l’udienza. L’avvocato della famiglia Pedri, Nicodemo Gentile, ieri era assente.

“Dal nostro punto di vista l’udienza è andata benissimo”, ha risposto invece l’avvocato Salvatore Scuto, che assieme al collega Nicola Stolfi difende il primario. “Abbiamo esposto la nostra versione dei fatti che fa riferimento a documenti, a fatti provati e che non si basa solamente su voci”. Stando al calendario del tribunale di Trento, Saverio Tateo dovrebbe aver terminato di parlare.

Siamo arrivati a un punto chiave della vicenda processuale. A ottobre si ripartirà con la requisitoria della pm Colpani; poi prenderanno la parola le parti civili e le difese. La sentenza è attesa entro fino anno: il 13 dicembre. Sono undici le parti civili, che hanno chiesto come risarcimento una somma vicina a 1,2 milioni di euro.