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Forlì, stop al pollaio dal Consiglio di Stato: il quartiere ha vinto

Roncadello, un’azienda di Mercato Saraceno aveva rilevato un allevamento fermo da 25 anni: prevedeva 90mila pollastre, "a soli 50 metri dalle case". Confermato il no di Comune e Arpae

Stop al pollaio a Roncadello, il quartiere ha vinto (foto Frasca)

Forlì, 12 settembre 2022 - Non si farà, almeno alle condizioni richieste dalla società agricola Bastia, l’allevamento di pollastre in via Fratelli Valpiani, a Roncadello, quartiere dove vivono 1.300 persone. La sentenza del Consiglio di Stato – della quale si è appreso solo in questi giorni – è del 20 maggio.

La vicenda, in sintesi, è la seguente: il 21 novembre 2019 Bastia, che ha sede a Mercato Saraceno, firmava un contratto preliminare di compravendita per acquistare un fondo rustico in via Valpiani, al prezzo di 255mila euro 200mila dei quali da corrispondere all’atto della stipula. Scopo della società agricola è quello di creare un allevamento di pollastre. Per farlo è necessario richiedere agli enti competenti una serie di permessi, tra cui l’autorizzazione ambientale integrata. Autorizzazione che non viene rilasciata dall’Arpae, e che porta Bastia a ricorrere alla giustizia amministrativa. Il primo ad esprimersi, dando ragione ad Arpae e Comune di Forlì (l’Ausl ha deciso di non costituirsi in giudizio), è stato lo scorso aprile il Tar, che conferma il no all’azienda. La società di Mercato Saraceno però non si arrende, e ricorre al Consiglio di Stato, che in maggio respinge la richiesta.

Tra le altre cose, scrivono i giudici a maggio, "non è stato provato il pregiudizio grave e irreparabile a carico dell’impresa ricorrente"; Bastia è stata condannata a pagare 4mila euro di spese legali, divise a metà tra Arpae e Comune di Forlì. La richiesta dell’azienda era stata quella di poter allevare 90mila pollastre in voliera, trasformando così l’allevamento, dove fino al 1997 sono stati allevati polli a terra (47mila per ciclo). Considerando la differenza di peso tra pollastre (più piccole) e polli (più pesanti) – questa la posizione dell’azienda –, non sarebbe stato necessario variare le strutture e le superfici dell’allevamento, né la densità massima. Come detto, i tecnici di Arpae l’hanno vista diversamente, non rilasciando l’autorizzazione necessaria per riprendere l’attività. Al momento, quindi, non è possibile avviare un’attività imprenditoriale con questi numeri; il sito però resta adibito ad allevamento (la compravendita tra Bastia e il proprietario del fondo non è andata a buon fine; le parti hanno raggiunto un accordo per risolvere la questione).

Nadia Camorani, presidente del comitato di quartiere di Roncadello, esprime "soddisfazione per la sentenza del Consiglio di Stato. Al Comune chiedo, visto che deve approvare il Pug, piano urbanistico generale, di evitare che allevamenti possano nascere vicini alle case. Qui l’azienda avrebbe operato a 50 metri dal cuore del paese, con tutte le conseguenze del caso, dall’aumento del traffico in poi. Dovrebbero essere individuare zone più isolate". Tra l’altro in via Valpiani "esiste già, a causa della vicinanza dell’A14, un problema di inquinamento acustico, dato che i pannelli fonoassorbenti sono soltanto nella parallela in via Portolani. Chiedo ad Arpae di effettuare i necessari rilievi".