‘La parola ai giovani’ è l’appello lanciato da Ascom Confcommercio Forlì per voce del direttore Alberto Zattini e del presidente Giovani Imprenditori Ascom, Nicola Biscaglia. Il ragionamento di Ascom parte dai recenti tragici episodi di cronaca nazionale. "Dei giovani si parla purtroppo solo in queste occasioni – sottolinea Zattini –. Andrebbe effettuata una programmazione pluriennale per renderli partecipi della vita sociale, così da prevenire per quanto possibile fenomeni di disagio che, come abbiamo purtroppo visto, sfociano in reati gravissimi".
Si parte dall’autocritica dell’associazione stessa, "abbiamo messo in atto politiche per i giovani, ma non abbiamo fatto abbastanza", estendendo poi la platea degli attori coinvolti a tutti gli enti territoriali. Si riconosce che tanto è stato fatto per l’università, ma "mancano luoghi di aggregazione". Poi la critica maggiore: "Si progettano politiche giovanili, ma spesso senza sentire le loro esigenze, senza dare loro la parola". Il direttore poi fa sue le parole del sociologo Paolo Crepet quando afferma che "noi genitori oggi controlliamo i voti scolastici in tempo reale, ma non sappiano dove sono i nostri figli alle 3 di notte".
"Vorremmo essere protagonisti del processo decisionale – afferma il presidente dei Giovani Imprenditori Ascom –. Purtroppo non abbiamo avuto alcun tipo di riscontro, ad esempio in merito alle nostre proposte di utilizzare parti dell’ex Eridania o dell’ex monastero della Ripa, proprio per creare luoghi in cui i giovani si possano incontrare. Noi giovani viviamo un isolamento dalla realtà e siamo relegati a una vita sociale decisa dagli adulti", portando poi ad esempio la marginalità della presenza dei giovani negli stessi partiti politici.
"Ho appreso con piacere – continua Biscaglia –, ascoltando la premier Meloni dopo i drammatici fatti di questi giorni, che nei prossimi cinque anni l’agenda politica istituzionale del governo centrale avrà una priorità: i giovani. Ci voglio credere". Ma in merito all’amministrazione locale, "perché prosegue questo silenzio? Si può intraprendere finalmente un percorso di confronto e di ascolto?".
Matteo Bondi