QUINTO CAPPELLI
Cronaca

Polemiche tra gli Arditi Lascia il coordinatore dei cortei per Mussolini

Domenica 30 la commemorazione della morte. Per la prima volta senza Mirco Santarelli: "Con me manifestazioni senza pagliacciate".

Polemiche tra gli Arditi Lascia il coordinatore dei cortei per Mussolini

di Quinto Cappelli

"Mi sono dimesso da tutti gli incarichi che avevo negli Arditi. Quindi anche da responsabile delle tre manifestazioni annuali, che si svolgono a Predappio per ricordare la nascita e la morte di Benito Mussolini e l’anniversario della marcia su Roma". Lo annuncia Mirco Santarelli, 60 anni, barista di Faenza, responsabile fino a pochi giorni fa del corteo che organizzavano finora gli Arditi della provincia di Ravenna, per commemorare il duce a Predappio.

Santarelli, perché si è dimesso?

"Per disguidi interni con la dirigenza nazionale, ma non con gli Arditi".

Vuole spiegare meglio il perché?

"No, preferisco non fare polemiche pubbliche".

Quindi abbandona anche la responsabilità nei riguardi delle manifestazioni mussoliniane di Predappio?

"Non parteciperò più alle manifestazioni pubbliche. A Predappio e al cimitero di San Cassiano ci andrò in forma privata".

Quando ha iniziato a partecipare alle manifestazioni di Predappio in omaggio a Mussolini?

"Da quando avevo 16 anni. Quindi ho partecipato per 44 anni consecutivi, gli ultimi decenni come responsabile".

Un bilancio?

"Positivo sotto l’aspetto della gestione, perché abbiamo cercato di calmare gli animi. Abbiamo tolto pian piano le pagliacciate e le carnevalate, rendendo più serie e meno nostalgiche le manifestazioni, in relazione all’attualità. Però qualcosa allora andava meglio".

Che cosa?

"C’erano Vittorio e Romano Mussolini, l’onorevole Teodoro Buontempo del Msi, che litigava col collega Domenico Leccisi, e soprattutto il bolognese padre Ernesto Santucci, che celebrava messa con labari e bandiere: assicuravano un rispetto e un’educazione che oggi non ci sono più. Erano personaggi che s’imponevano, anche durante il corteo, con la loro autorevolezza".

Un esempio?

"Un anno, quando siamo arrivati davanti alla pieve di San Cassiano, c’erano gli scout in festa con la banda. Allora Vittorio Mussolini, che li conosceva, è andato in mezzo al gruppo a cantare con loro. A un certo punto la banda ha intonato ‘Faccetta nera’ e tutti abbiamo cantato insieme, senza scandalo".

Un gruppo scout che canta ‘Faccetta nera’ è una situazione decisamente discutibile.

"Oggi un fatto del genere monterebbe uno scandalo nazionale, perché si vive in un clima di caccia alle streghe, ovvero caccia ai fascisti che non ci sono più".

Questa è la sua posizione. Eppure anche di recente sono state condanne per i reati di apologia di fascismo, per esempio per i saluti romani. E a ottobre, nel centenario della marcia su Roma, se ne sono visti molti.

"Ultimamente l’apparato statale, a cominciare dalla magistratura, usa la legge Scelba contro tutti quelli ritenuti fascisti, come l’olio di ricino durante il Ventennio".

La legge c’è. Non dovrebbe essere applicata?

"Ricordo che abbiamo sostituito i saluti romani col portare la mano al cuore. Ma il clima generale contro di noi è rimasto pesante e anche questo ha contribuito a dimettermi da tutte le cariche all’interno degli Arditi".