REDAZIONE FORLÌ

"Per insegnare italiano uso mimi e disegni"

Enzo Staffa, 84enne geometra in pensione, ha chiuso a Modigliana la scuola per stranieri: "Se ci sono domande si riparte a settembre"

Staffa al centro con i suoi studenti

Staffa al centro con i suoi studenti

"La mattina del 31 luglio 2024 ha chiuso, per ‘vacanze’, il quarto anno di attività della scuola d’italiano per stranieri, rifugiati e non, di Modigliana e se ci saranno persone interessate riaprirà a settembre". Così inizia il racconto dell’insolito insegnante Enzo Staffa, 84enne geometra in pensione, appassionato cultore di storia locale e ideatore dei Tableaux vivants delle tradizionali ‘Feste dell’800’, che ha avviato la scuola gratuita e aperta a tutti, sotto l’egida della Caritas parrocchiale, al piano terra dell’ex palazzo vescovile. I paesi di provenienza dei ragazzi ed adulti di ambo i sessi sono in massima parte africani: Tunisia, Egitto, Mali, Burkina Faso, Liberia, Guinea Conary, Costa d’Avorio, Camerun e Ghana. L’Asia è rappresentata da adulti provenienti dal Bangladesh e dal Pakistan. Questo glieli ha resi subito ‘simpatici’ perché per lavoro è stato in quasi tutti i loro paesi di provenienza. Nelle foto ricordo dei ventidue rifugiati iscritti all’ultimo corso c’erano cinque bengalesi, una famiglia egiziana di tre persone, un ivoriano, un minore della Guinea Conakry, un giovanotto del Camerun; gli assenti lavoravano in agricoltura a Marzeno e dintorni.

"Delle 256 ore di lezione impartite dall’ottobre 2023 a fine luglio 2024 – spiega Staffa – hanno beneficiato, in massima parte, gli accolti dall’Associazione Papa Giovanni XXIII, sistemati nell’ex convento dell’Istituto Lega, due signore tunisine, rifugiate con figli, residenti a Tredozio e accolte dalla cooperativa sociale Kara Bobowski, la famiglia egiziana ed un liberiano, abitanti a Modigliana ed accolti dalla cooperativa sociale Acquacheta".

Come nasce la voglia di insegnare? "Ero memore delle difficoltà che dovetti superare nel 1966 alla mia prima esperienza di lavoro in un cantiere sul fiume Eufrate, in Turchia, dove gli operai parlavano solo il turco. Così ho messo volentieri a disposizione il mio tempo libero, sfruttando la conoscenza del francese e dell’inglese, perfezionati nei molti anni di lavoro all’estero con le grandi imprese di costruzioni italiane e francesi. E con queste lingue cerco di trasmettere agli stranieri il nostro difficile idioma". A Modigliana quando ha iniziato? "Ottobre 2020 con sei allievi: un giovane egiziano che lavorava per la Kara Bobowski e studiava. Si è poi laureato due anni fa a Rimini, sposandosi con una connazionale e andando a vivere a Modigliana; tre giovani nigeriani; una ragazza spagnola ed una polacca sempre della Kara Bobowski. Nel 2021 si aggiunse una nigeriana, qui ricongiunta al marito, che la domenica pomeriggio veniva a scuola con il bambino legato sulla schiena e, nel 2022, si è trasferita a Forlì con la famiglia". E l’orario? "Ho diviso i corsi, a giorni alterni, fra anglofoni e francofoni, due ore al mattino, dal lunedì al giovedì incluso. – conclude il volontario – Però è difficile lavorare con tante etnie, età e caratteri diversi perché spesso la scolarizzazione, specie fra i rifugiati, è minima o nulla, come la conoscenza del francese o dell’inglese, così ricorro a disegnini, mimi e scenette".

Giancarlo Aulizio