Pensilina, un vero addio. La relazione tecnica:: "Ormai troppo rovinata, impossibile riusarla"

Si pensava di ricollocarla, ma la ditta che l’ha rimossa dalla piazza parla di "ruggine" ed "elementi corrosi". Inoltre l’errato posizionamento 25 anni fa ha comportato, nello smontaggio, danni permanenti.

Pensilina, un vero addio. La relazione tecnica:: "Ormai troppo rovinata, impossibile riusarla"

Pensilina, un vero addio. La relazione tecnica:: "Ormai troppo rovinata, impossibile riusarla"

Si parlava di una sua ricollocazione, ipotizzando prima viale Corridoni, in zona universitaria, poi viale Salinatore, di fronte al liceo artistico Canova. A quanto pare, invece, la pensilina rimossa da piazza Saffi lo scorso maggio è destinata ad essere definitivamente rottamata. A dirlo è la relazione prodotta dalla ditta Neri di Longiano, che vanta installazioni in ogni parte del mondo (Usa, India, Dubai, Perù e altri ancora) e che, dopo essersi occupata dell’oneroso smontaggio dell’opera (il costo, oggetto di non poche polemiche, è stato di 250mila euro), ha eseguito una analisi approfondita sul suo stato di salute, trovandolo non ottimale. "Gli elementi secondari della pensilina da progetto esecutivo risultavano imbullonati agli elementi principali. In realtà si è scoperto che erano saldati agli elementi principali – scrive l’ingegnere Marco Peroni –. Questo ha portato a dover tagliare meccanicamente gli elementi secondari, invece del più pratico smontaggio, e così a rovinare localmente gli elementi principali a cui erano saldati". Quindi la pensilina, in fase di smontaggio, è stata danneggiata e non per un errore della ditta – così assicurano – bensì a causa di pratiche errate in fase di posizionamento.

Non solo: "Nei progetti le fondazioni delle colonne erano protette dal getto di conglomerato da un collare di bordo in rame posto sotto la pavimentazione. L’intervento previsto era di rimuovere localmente la pavimentazione, sbullonare i tirafondi che collegavano la colonna di acciaio alla fondazione e sollevarla". Ancora una volta, però, la realtà si è rivelata molto diversa rispetto ai disegni: "La fondazione della colonna è risultata completamente annegata nel conglomerato rendendo impossibile lo smontaggio, pertanto la colonna è stata tagliata ad una quota superiore. L’assenza di protezione e l’esposizione all’ambiente ha corroso irrimediabilmente la parte interrata rendendola inutilizzabile". L’elenco di difformità tra i progetti e la realizzazione continua e riguarda anche la copertura, allo smontaggio della quale "si sono riscontrati diversi problemi non prevedibili che hanno mostrato uno stato di conservazione di tutti gli elementi principali decisamente degradato". Partiamo dallo scolo delle acque: "Nel progetto erano previsti pluviali adiacenti alle nervature mentre una volta smontata la copertura si è notato che l’acqua veniva raccolta alle sole estremità e fatta scolare all’interno delle colonne". Il sistema si è mostrato "particolarmente inefficace", infatti "una volta rimosso il controsoffitto, si sono presentate perdite lungo tutto il perimetro", inoltre "si sono formati ristagni di acqua che hanno provocato ampie zone completamente distaccate per la ruggine. I discendenti sono stati fatti passare all’interno delle colonne, degradando il loro stato di conservazione".

La ruggine è uno dei principali problemi: "Sotto la verniciatura, i profili si sono dimostrati privi di zincatura e il ferro era lasciato allo stato grezzo, accentuando i danni provocati dall’esposizione agli agenti atmosferici". La pensilina era stata posizionata 25 anni fa: fatto che, secondo la ditta Neri, non giustifica queste mancanze: "Vista la recente epoca di realizzazione e la normale prassi che prevede la zincatura per tutti quegli elementi che rimangono esposti all’aperto, non erano prevedibili la sua assenza, né l’entità del danno". Le conclusioni sono perentorie: solo le parti in ghisa sono recuperabili, "mentre gli elementi in ferro per lo stato di conservazione non possono essere riutilizzati in sicurezza" e tutta la struttura, in generale, "non è recuperabile e mancano i requisiti per un restauro atto ad un successivo utilizzo".

Sofia Nardi