OSCAR BANDINI
Cronaca

"Pasquelle, istituire un registro regionale"

Samorani di Civitella ha scritto all’assessora regionale Allegni per portare alla sua attenzione una tradizione che andrebbe valorizzata

I pasqualotti di Civitella

I pasqualotti di Civitella

Pochi giorni dopo l’indubbio successo in tutta la Val Bidente degli appuntamenti legati alla Befana, con migliaia di persone coinvolte, l’assessore alla cultura e al turismo di Civitella di Romagna, Francesco Samorani, ha preso carta e penna e ha inviato alla assessora regionale alla cultura Gessica Allegni e ai consiglieri regionali di Forlì-Cesena una lettera con un chiaro oggetto: "Censimento e registro delle Pasquelle in Emilia Romagna: un patrimonio culturale da salvaguardare".

"Le pasquelle sono un elemento simbolico e distintivo della cultura popolare dell’Emilia Romagna – esordisce Samorani –, tradizione che affonda le radici nei secoli passati e continua a essere un momento di aggregazione e condivisione. Si tratta di un rituale che rievoca la Natività e la figura della Befana, ma anche il legame con la terra e le risorse agricole, come il maiale e i suoi derivati, che venivano preparati in questo periodo dell’anno". I gruppi di pasqualotti si recano nelle case delle campagne la sera del 5 gennaio, cominciando all’esterno con formule di saluto e chiedendo il permesso di entrare per portare l’allegria con la loro musica e i loro canti. Una volta ottenuta la licenza dalla ‘padrona di casa’, il canto prosegue, toccando temi religiosi legati alla Natività, ma anche più leggeri e scherzosi, come richieste di cibo e bevande. Le pasquelle sono quindi un’opportunità di socializzazione, in cui la comunità si riunisce, rafforzando legami e tradizioni.

"Si tratta di un patrimonio da salvaguardare e promuovere – aggiunge – in un’epoca di globalizzazione e rapido cambiamento, è fondamentale che le tradizioni locali come le pasquelle vengano riconosciute e salvaguardate. Un registro ufficiale permetterebbe di catalogare e conservare queste tradizioni, garantendo la loro trasmissione alle future generazioni e rafforzando l’identità culturale della nostra regione. Inoltre, un censimento potrebbe svolgere un ruolo importante anche a livello turistico ed educativo, attirando visitatori curiosi di scoprire le tradizioni locali e di immergersi in un patrimonio culturale vivo e autentico evitandone la banalizzazione. Le pasquelle, infatti, rappresentano anche un’occasione di sviluppo per il territorio".

La tradizione della Pasquella è particolarmente viva nelle zone della Val Bidente, dell’Alto Savio e nel triangolo Cervia-Cesena-Rimini, dove la figura della Befana è particolarmente sentita. Gli studiosi della tradizione popolare, come Spallicci, Pratella, don Mambrini e, più recentemente, Bellosi, Zaffagnini e Foglietta, hanno documentato e analizzato queste pratiche, evidenziando come il rito della Pasquella si arricchisca di varianti locali e di una varietà di canti. Nella zona di S. Sofia- san Martino, Galeata e Civitella (Cusercoli, Voltre, Civorio), Ricò, San Colobano, Meldola oltre a tutta la Val Bidente, ad esempio, si trova una delle forme più complesse di questo rito: si esegue la pasquella che inizia con la richiesta della licenza di cantare in versi settenari rimati o in coppie di endecasillabi a rima baciata desunti dalla tradizione o spesso improvvisati.

"Propongo quindi l’istituzione di un registro regionale delle pasquelle – conclude Samorani –, una misura fondamentale per la salvaguardia e la valorizzazione di questa tradizione offrendo anche nuove opportunità per lo sviluppo turistico e culturale del territorio".