Bertinoro, 24 aprile 2015 - Alle tre e quaranta circa di ieri pomeriggio Arthur viene al mondo in un parcheggio. Per la precisione: nell’auto del padre ferma nel parcheggio dell’incrocio di Capocolle di Bertinoro, sulla via Emilia. Tutti attendevano Arthur. La mamma Romina. Il papà Andrea. Tutti impazienti. Ma il più impaziente era lui. Arthur. Che ieri verso le tre e un quarto, in una casa del Ronco, s’affaccia sulla sponda del mondo e capisce che è giunta l’ora. È tempo di abbandonare tutta quell’acqua in cui nuota da mesi. Arthur ha fretta. Preme sulla pancia della vita e in quella di mamma Romina. Pure lei capisce che nulla può trattenere Arthur dal suo intento. «Le contrazioni erano fortissime. Romina sentiva dolore. Era chiaro che nostro figlio sarebbe nato entro breve. Ma certo non potevo immaginare che sarebbe nato tra le mia braccia, in auto, in un parcheggio di fianco alla via Emilia... Ma va bene così. L’importante è che sia andato tutto bene. Romina e Arthur stanno alla grande...». Andrea, il papà-levatrice, è gravido d’emozioni. Tenente colonnello dell’esercito, fino a un anno fa addetto alle pubbliche relazioni del 66° Reggimento Fanteria Trieste di Forlì (per i forlivesi, le ‘casermette’) e ora comandante del Reparto supporto dell’Accademia di Modena, Andrea Martorana, 44 anni, verso le tre e un quarto di ieri accompagna fuori casa in tutta fretta la moglie – Romina De Lorenzi, 40 anni, assistente alla poltrona in uno studio dentistico – e insieme salgono in auto. Andrea ha avvertito il 118. Arthur deve nascere a Cesena, come programmato. Ma si decide d’incontrarsi a metà strada, a Capocolle. Ma mamma e papà (e medici) fanno i conti senza Arthur: sulla strada, lungo la via Emilia, il piccolo s’affaccia sul mondo nell’auto di papà Andrea, che pigia sul gas, scudiscia la frizione, impugna il volante con una mano per supportare Romina, sempre più sofferente. Ecco il semaforo. Scatta il verde. Andrea passa, e subito si ferma, nel parcheggio. Manco spegne il motore: tira la leva del sedile, la mamma si distende, e trenta secondi dopo eccolo, Arthur. Per lo stupore dei passanti e delle ragazze che gestiscono il chiosco di piadina di fianco. Andrea sbuca dalla vettura con suo figlio in braccio urlante, madido di sangue, ma che si spolmona di gioia, mentre la madre è stravolta e inebriata (poco dopo arriva il 118). «L’ho tirato fuori io...», dice Andrea, in visibilio. Che potrà raccontare ad Arthur di quel giorno in un parcheggio; e lo racconterà con la leggerezza della verità, senza il peso di selfie e controselfie: «No. Niente foto. Non ce n’è stato il tempo». Bravo Arthur. Niente selfie, meglio la vita.
CronacaPadre fa nascere il figlio in un parcheggio