Dal 22 novembre Luca Santini non sarà più il presidente del Parco nazionale delle Foreste casentinesi monte Falterona e Campigna e a guidare l’ente Parco sarà l’attuale vicepresidente Claudia Mazzoli (vicesindaca anche di Bagno di Romagna).
In attesa della nomina del nuovo presidente da parte del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, d’intesa con le Regioni Emilia Romagna e Toscana, prende posizione Legambiente nazionale.
"Chiediamo una figura di alto profilo che possa rilanciare l’area protetta", si legge nella nota diffusa. L’auspicio è che "che la scelta ricada su un profilo di alto livello che possa fare di più per la transizione ecologica dei territori montani".
Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna è stato uno dei primi parchi istituiti dopo la legge 394/1991, esattamente nel luglio 1993. È nato dalla condivisione con le comunità locali e per volontà delle due Regioni e dei comuni del Casentino, dell’Alta Romagna, dell’alto Mugello, dopo un lungo periodo di confronto e di coinvolgimento delle comunità locali. In Romagna il Parco nazionale è stato preceduto dal Parco regionale del Crinale Romagnolo, creato nel 1989.
"In questi 30 anni il Parco è cresciuto in quanto a notorietà e flussi di visite – continua –, ma non abbastanza come motore di promozione delle attività sostenibili e della transizione ecologica e non è ancora riuscito a varcare i suoi originari confini amministrativi. La nomina del nuovo presidente è molto importante per molteplici ragioni: in primis il contrasto alla crisi climatica da realizzare attraverso la difesa della biodiversità, migliorando la capacità dei territori di ridurre le emissioni climalteranti".
Le gravi alluvioni che si sono susseguite in Romagna richiedono, secondo una delle più importanti associazioni ambientaliste italiane, un assetto del territorio appenninico più resistente agli eventi climatici presenti e futuri e le foreste hanno bisogno di una gestione programmata e pianificata. Inoltre, serve valorizzare la montagna tosco-romagnola a rischio spopolamento e marginalità, come opportunità di vita e di lavoro innanzitutto per le persone giovani che scelgono di restare. "Per tutte queste ragioni la scelta del nuovo presidente deve essere fatta dal Ministro insieme alle due Regioni, attraverso un percorso trasparente e partecipato che metta al centro gli obiettivi di rilancio dell’ente. Il nuovo presidente – chiude la nota – deve avere un profilo autorevole sul piano delle competenze tecnico-amministrative, senza badare ad altro tipo di appartenenze".
Oscar Bandini