REDAZIONE FORLÌ

Ondata di caldo: stop nelle fabbriche a Forlì per 10 minuti all’ora. Proteste all’Electrolux

La maggior parte delle aziende, d’intesa con i sindacati, ha previsto pause e distribuzione di acqua fresca in questi giorni così torridi. In viale Bologna i rappresentanti chiedono invece di cambiare turni

In alto, la foto diffusa dai rappresentanti dei lavoratori Electrolux: venerdì c’erano circa 36°. Qui sopra, l’ingresso dello stabilimento di Villanova

Forlì, 14 luglio 2024 – L’ondata di caldo opprimente che sta investendo il territorio ha ripercussioni anche sulle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori. Il primo allarme arriva dallo stabilimento Electrolux di viale Bologna, a Villanova: “La situazione è drammatica, sono stati superati i 36 gradi di temperatura interna”. Alcune foto allegate mostrano il rilevamento, l’orario, su un banco da lavoro. Il mittente è la componente della Fiom-Cgil nella Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) della multinazionale.

Abbiamo inviato a tutte le imprese sindacalizzate le nostre richieste a favore dei lavoratori: dieci minuti di pausa all’ora, distribuzione gratuita di acqua fresca e corretta refrigerazione degli ambienti. Aziende come Marcegaglia, Bonfiglioli, Carpigiani e Fiorini, ad esempio, stanno adempiendo a queste condizioni”, spiega Fabio Torelli, segretario generale Fiom-Cgil Forlì-Cesena. Altre restano da valutare: “La modifica dell’orario di lavoro, in particolare, sarebbe importante per limitare i disagi creati dalle temperature torride. Anche perché conosciamo tutti la difficile situazione in cui versano i luoghi di lavoro nel nostro Paese con sette infortuni all’ora di media e tre persone che perdono la vita ogni giorno”.

Torelli conferma “Electrolux è in ritardo, chiediamo che si adegui in tempi brevi”. Ieri, nonostante vari tentativi, è stato impossibile mettersi in contatto con la multinazionale. “Nessun provvedimento è stato adottato a tutela dei lavoratori – riprende la protesta dei sindacalisti interni all’Electrolux –, con i ritmi di lavoro inalterati, la pause sempre le stesse e i pochi dispositivi per alleviare il caldo che si rompono. Nemmeno i ventilatori nuovi vanno più: sono tutti da sostituire. Molti degli estrattori che tolgono aria calda dall’interno del capannone non funzionano. La Regione emette raccomandazioni e bollettini, ma nelle fabbriche tutto viene ignorato. Stante l’allarme meteo, come responsabili per la sicurezza Fiom abbiamo chiesto di fare un orario più ‘umano’. Ad esempio dalle 6 alle 14, invece in questi giorni più caldi stiamo facendo dalle 8 alle 17, dopo mesi di orario 8-14 con la cassa integrazione. Per ora c’è il silenzio da parte di Electrolux”.

Il problema, a prescindere dalla situazione in viale Bologna, si ripropone periodicamente. “Sarebbe opportuno fissare sempre nel mese di maggio un incontro tra le parti – riprende Torelli –. Si potrebbero definire insieme le linee di condotta per migliorare la condizione di lavoro di tutti. Soprattutto di quelli che operano in capannoni con macchinari in funzione che riscaldano gli ambienti, oppure al sole, esposti direttamente alle condizioni atmosferiche”.