
I neozelandesi, membri delle truppe alleate, si cimentarono in un torneo: la finale fu allo stadio Morgagni. Ieri una delegazione giunta dall’Oceania.
Pochi lo sanno, ma 80 anni fa, precisamente l’8 dicembre del 1944, allo stadio Morgagni, in una Forlì appena liberata dai nazisti, si giocò una storica partita di rugby che vide scendere in campo anche Vince Bevan, Wallie Argus, Bob Scott e Mick Kenny: tutti e quattro erano, come gli altri rugbysti di quel giorno, soldati neozelandesi. Ma dopo la guerra sarebbero diventati campioni del loro sport, fino a vestire la maglia della Nazionale, quella dei mitici All Blacks. Una partita da rievocare: l’invito, insieme a un pallone ovale, è stato consegnanto ieri in piazza Saffi a una delegazione giunta dall’altra parte del mondo.
Quella di 80 anni fa fu la finale del torneo delle truppe venute dall’Oceania: combattevano nelle file degli Alleati. Un torneo che aveva perfino un nome: Freyberg Cup, come il generale che organizzò l’evento destinato ad allietare le truppe tra un combattimento e l’altro. Si giocò a Forlì per un’incredibile congiuntura storica: esattamente un mese prima l’8ª Armata britannica, che contava anche numerosi soldati maori neozelandesi, aveva costretto le truppe nazifasciste a spostarsi un poco più a nord. In una città ancora devastata dalle bombe, fu sufficiente a pensare alla vita: l’ex stadio ‘Mussolini’, segnato dal conflitto, fu preparato per la finale dell’edizione 1944 della competizione di rugby per la quale i battaglioni e le compagnie del contingente kiwi lottavano dal 1940 (l’anno prima si era giocata a Tripoli). Mentre dalle tribune in buona parte ridotte in macerie dalle granate oltre 5.000 persone, tra le quali molti romagnoli, si appassionavano per la prima volta a uno sport per loro ben poco familiare, in campo si sfidarono il 22° Battaglione e la 2ª Compagnia Ammunition (munizioni). I giornali neozelandesi diedero ampio risalto alla vittoria del 22° Battaglione (finì 4-0, si giocò in un pantano).
Ieri, nel giorno dell’80° anniversario della Liberazione è arrivata in Romagna una delegazione neozelandese che contava anche alcuni maori. Il gruppo ha visitato all’alba il cimitero di guerra di Faenza e poi è stato accolto dal sindaco Gian Luca Zattini, dal prefetto Rinaldo Argentieri e dall’assessora regionale Gessica Allegni sul palco allestito in piazza Saffi. Qui i neozelandesi hanno ricevuto, come segno di benvenuto, la caveja simbolo della Romagna e il gagliardetto della città di Forlì. Non solo: il presidente del Rugby Forlì Paolo Satanassi ha fatto dono di un pallone di cuoio. Un simbolo che potrebbe assumere presto un significato in più: infatti Satanassi ha annunciato ufficialmente la volontà di rievocare la storica partita del ‘44 in un evento che veda in campo la franchigia Romagna – formazione di serie A che gioca a Cesena e schiera anche giocatori forlivesi – contro una squadra neozelandese (si pensa a un team giovanile). Il pallone, così, diventa quasi una promessa: riunirsi ancora nello stesso campo da gioco, dopo 80 anni, per rinnovare un’amicizia nata in tempo di guerra, affinché ora possa rappresentare l’auspicio per una solida pace.
Sofia Nardi