REDAZIONE FORLÌ

Nuove sfide per l’Auser: "Ma non possiamo tappare buchi"

L’associazione: "Porteremo contenuti nelle Case di Comunità". Compresa quella dei Portici. Frecciata agli enti locali: "Poca pianificazione sui bisogni crescenti. Così non può funzionare".

Mancano pochi giorni alla fine del 2024 ed è tempo di bilanci per Auser Forlì che chiude l’anno in positivo. Il tesseramento, infatti, ha registrato 2596 associati, con un 6% in più rispetto al 2023: un dato superiore anche se confrontato al 2019, ovvero all’era pre-Covid.

L’associazione copre il territorio grazie a 10 sedi operative in altrettanti Comuni, anche se il servizio è offerto a 12 Comuni, comprendendo anche Dovadola e Castrocaro, dove non sono presenti sedi Auser. "Il tema del contrasto all’isolamento è quello per noi principale – commenta la presidente, Maria Luisa Bargossi –. In questo campo ci impegniamo dando una risposta legata all’accessibilità dei servizi per il singolo, con l’accompagnamento sociale, la spesa a domicilio, la consegna di medicinali eccetera. In contemporanea, c’è il sostegno rivolto alla collettività: organizziamo iniziative, gite, conferenze, feste, presenze durante le varie manifestazioni pubbliche. Occasioni grazie alle quali le persone anziane possono trovare stimoli per uscire di casa, ritrovare competenze e attività".

Auser, tra l’altro, è un sistema circolare, in cui l’impegno dei volontari contrasta il loro stesso isolamento, così che l’anziano "si mette a servizio degli altri e non si chiude in se stesso". Bargossi prosegue: "Se è vero che il recente rapporto Ocse dice che gli italiani sono scarsi in tutti i campi, io sostengo che chi frequenta il volontariato è sollecitato a superare i propri limiti e mantenersi in attività. In più, offriamo a tutti i concittadini un panorama dentro al quale possono sviluppare al meglio le loro curiosità e le loro capacità critiche, fronteggiare temi di complessità e innovazione, anche fornendo strumenti specifici come il corso sul digitale, o gli incontri intragenerazionali".

Poi una frecciata alle amministrazioni del territorio: "Purtroppo, gli enti locali sono sempre meno in grado di rispondere a bisogni crescenti, e di conseguenza ti chiedono di surrogarli come terzo settore, anche con poca pianificazione. Ma non può sempre funzionare così: siamo i tappabuchi di un buco sempre più grande".

Infine Bargossi chiosa con uno sguardo al futuro: "Il 2025 per noi è l’anno del congresso: da gennaio si terranno quelli territoriali di base, a fine marzo è in programma provinciale. L’obiettivo principale sarà quello di riempire di contenuti le Case della Comunità, sia quelle esistenti che quelle in via di formazione". È il caso, per esempio, di Forlì nell’area dei Portici affacciata tra le vie Colombo e Vespucci. "Su questo tema vogliamo essere pronti. Parallelamente continueremo ad aderire ai vari bandi regionali, in particolare sul digitale".