REDAZIONE FORLÌ

Nuove caldaie, ’stop’ ai bonus. Cna: "Preoccupati per la filiera"

Ok all’emendamento che ferma dal 2025 le agevolazioni fiscali per l’installazione di quelle a condensazione "Oltre 500 le imprese associate del comparto in provincia, rischiano di essere messe in ginocchio" .

Nei giorni scorsi è arrivato l’ok all’emendamento che introduce lo stop alle agevolazioni fiscali per l’installazione delle caldaie a condensazione già dal 2025. Un atto che rappresenta il primo passo dell’Italia verso il recepimento della Direttiva case green fin dalla legge di bilancio. L’emendamento, approvato dalla Commissione bilancio alla Camera dei Deputati, sancisce l’addio delle agevolazioni fiscali per le caldaie a combustibili fossili, sia nell’ambito della ristrutturazione edilizia (bonus ristrutturazioni) che in quello degli interventi di riqualificazione energetica (ecobonus).

"C’è forte preoccupazione per la filiera – spiega una nota della Cna Forlì-Cesena – e per le oltre 500 imprese associate del comparto che lavorano nella nostra provincia. Se è vero che la certezza si avrà solo con l’approvazione della finanziaria si parla però di "esclusione degli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili da entrambe le detrazioni fiscali". È allarme quindi per l’industria del riscaldamento, una realtà che occupa migliaia di addetti e genera un fatturato di circa 3 miliardi di euro, oltre ad un indotto importante di imprese della filiera impiantistica. Il percorso di transizione energetica ed ecologica deve tenere conto del contesto nazionale, in cui oltre il 61% degli edifici residenziali si trova in classe energetica F e G (fonte Nomisma).

"Inoltre, un comparto di eccellenza non può essere messo in ginocchio senza una graduale riconversione alla decarbonizzazione che tenga conto di fattori economici e sociali – sostiene Cna installazione e impianti –, oltre che di problemi infrastrutturali legati ad una elevata elettrificazione delle abitazioni. Le aziende del settore, già alle prese con una congiuntura economica difficile, rischiano di essere seriamente danneggiate, con ripercussioni sull’occupazione, la competitività e l’innovazione tecnologica nel nostro Paese".

Tra le maggiori criticità che vengono sottolineate c’è l’impatto sulle imprese che rischia di rallentare in modo significativo la domanda di interventi di installazione e sostituzione di caldaie a condensazione. Le ditte che operano nel settore sono soprattutto piccole e medie e realtà artigianali che si trovano ad affrontare una situazione di incertezze economiche e investimenti non sufficientemente tutelati. Tale riduzione dei bonus mette quindi a rischio la loro sopravvivenza e crescita con conseguenze sull’occupazione, sulla sostenibilità e gli obiettivi ecologici, con un impatto sulle famiglie e conseguente aumento del divario sociale.

Gianni Bonali