REDAZIONE FORLÌ

"No, alla fusione con Rimini". I lavoratori delle dogane dichiarano lo stato d’agitazione

L’accorpamento delle due sedi provinciali avrebbe ripercussioni sull’economia territoriale. I sindacati (Fp Cgil e Cisl Fp): "Se non arriveranno risposte intensificheremo la mobilitazione".

"No, alla fusione con Rimini". I lavoratori delle dogane dichiarano lo stato d’agitazione

Sono rimaste inascoltate le proteste delle lavoratrici e dei lavoratoi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Forlì-Cesena, che insieme a Fp Cgil e Cisl Fp, già a inizio febbraio avevano manifestato il loro dissenso riguardo la decisione di accorpare gli uffici della provincia a quelli di Rimini. Non avendo ricevuto nessun chiarimeno, durante l’assemblea i lavoratori hanno deciso di dichiarare lo stato di agitazione. I dipendenti manifestano la loro contrarietà in merito alla decisione presa in quanto presa a livello centrale senza alcun coinvolgimento degli impiegati.

Tale accorpamento con Rimini porterebbe la sede di Forlì-Cesena a un declassamento con diverse conseguenze sui servizi all’utenza, che veranno ridimensionati e ridotti. I lavoratori e i sindacati sottolineano come "non si riscontrino dati di attività tali da motivare la decisione". Anzi, l’ufficio provinciale registra un certo dinamismo nonostante la cronica carenza di personale più alta di tante altre sedi a livello nazionale. Ad oggi, l’ufficio di Forlì-Cesena si fa carico anche della compagine cesenate e dei servizi doganali previsti nella nuova struttura istituita con la riapertura dell’aeroporto.

A livello organizzativo non è stato chiarito con quali modalità verranno reclutati i capi settore e non sembra ci sia la volontà di valorizzare chi è già in organico.

"Non si esclude – sottolineano i sindacati in una nota – che in futuro non venga attuata una mobilità forzosa verso la nuova sede di Rimini". Le conseguenze di tale riorganizzazione potrebbero avere ripercussioni anche sull’intera economia del territorio provinciale: "Si arrecherà un danno alle imprese locali, che perderanno progressivamente un presidio importante per l’import e l’export – continua la nota –, e la gestione di tutta la fase logistica collegata con le procedure doganali".

In assenza di risposte rispetto alla volontà di rivedere la scelta di accorpamento della sede provinciale i sindacati intensificheranno le azioni di lotta.