"Lui è un predestinato". Con voce ferma e granitica certezza, Giovanni Gavelli, presidentissimo del Volley Forlì, plaude alla scelta di Fefè De Giorgi, coach degli azzurri campioni del mondo in carica, di convocare l’opposto figlio d’arte Alessandro Bovolenta per i Giochi Olimpici di Parigi che scattano oggi (nella pallavolo, gli azzurri debuttano domani col Brasile). Ventotto anni dopo il beffardo argento di Atlanta ’96, il primogenito dell’indimenticabile Vigor, centrale della leggendaria Generazione di Fenomeni, proverà a ottenere l’oro olimpico sfuggito a papà. Vigor è mancato il 24 marzo 2012, durante la partita Macerata-Forlì (serie B2) e Alessandro aveva quasi 8 anni. Nel Volley Forlì era anche dirigente.
Presidente Gavelli, di padre in figlio: il passato rivive nel presente.
"Sono felice per la convocazione di Alessandro da parte di De Giorgi, tecnico bravo e illuminato, cui piace lavorare per il futuro e non per l’immediato. Fefè ha questo talento: riesce sempre a mettere i giocatori nelle condizioni migliori per esprimersi. ‘Bovo’ è giovane ma è cresciuto molto: ha un fisico importante e una tecnica notevole, avendo ereditato i geni di mamma e papà, entrambi ex giocatori di pallavolo".
Dopo Atlanta ’96, un altro Bovolenta alle Olimpiadi: è la chiusura del cerchio?
"Al contrario, direi che è l’apertura: la continuazione del cerchio. È qualcosa di spettacolare, sembra quasi una mossa studiata… Nella pallavolo c’è una percentuale superiore rispetto agli altri sport di figli di grandi giocatori che continuano la tradizione…".
Insomma, un predestinato.
"Assolutamente sì. Quanto è accaduto a suo padre gli ha trasmesso tanta voglia di emergere. Sono convinto che a Parigi Alessandro avrà più motivazioni degli altri".
Nei piani di coach De Giorgi, Bovolenta dovrebbe rappresentare l’alternativa a Yuri Romanò: quanto spazio può ritagliarsi?
"Se gioca bene, tanto. Fermo restando che quello dell’opposto è un ruolo difficile perché è il primattore della squadra, il principale finalizzatore, il destinatario dei palloni che ‘scottano’ nei momenti clou della partita. Talento, potenza di braccio e buona manualità possono compensare l’inesperienza".
Quante chance ha l’Italvolley di arpionare quella fatidica medaglia d’oro che le consentirebbe di completare la già faraonica bacheca dei trofei?
"Se la giocherà con 3-4 squadre, dipenderà molto dalle alchimie che si creeranno. Bisogna crederci e non mollare mai. A parità di bagaglio tecnico, saranno decisivi i dettagli".
Un passo indietro. Vigor le parlava mai di Alessandro?
"Certo e ovviamente dalle sue parole traspariva il grande amore per i figli…".
E invece mamma Federica Lisi che dice di lui?
"Lei fa da procuratrice… ‘occulta’. Ma neanche troppo. Cerca sempre di trovare la soluzione più congeniale ad Alessandro. Per esempio la decisione di andare in SuperLega a Piacenza, dove giocò Vigor, non è affatto casuale: è una scelta del cuore".