Nel cuore del golpe Cooperante forlivese dal 2021 in Africa "Per il momento resto"

Sergio Donati, 30 anni, si trova nella capitale del Paese in rivolta "Per fortuna né io né i miei colleghi abbiamo vissuto pericoli diretti".

Nel cuore del golpe  Cooperante forlivese  dal 2021 in Africa  "Per il momento resto"

Nel cuore del golpe Cooperante forlivese dal 2021 in Africa "Per il momento resto"

A Niamey, la capitale, a sud-ovest del Niger, domina – esteriormente – la quiete. Il golpe militare di mercoledì scorso per il momento ha prodotto, come conseguenza immediata per la popolazione, il coprifuoco notturno (perlomeno nella capitale). Molti stranieri che lavorano in questa terra senza mare, a forma di pesce, nel centro ovest del continente nero, hanno però preferito tornare in patria. "Io per ora ho invece scelto di restare, poi si vedrà": Sergio Donati, 30 anni, forlivese, è un capo-progetto di Coopi, ’Cooperazione internazionale’ con sede a Milano, organizzazione umanitaria fondata nel 1965 impegnata nella lotta contro ogni forma di povertà.

Sergio è in Africa dal settembre 2021. "Gestisco un progetto di emergenza e sviluppo nella regione di Tawa, dove mi occupo dell’educazione scolastica primaria. È lì che abbiamo saputo del colpo di Stato, la sera di mercoledì scorso – racconta Sergio –. Fin da subito io e i miei colleghi di Coopi siamo rimasti in stretto contatto col ministero degli Esteri. Da Tawa abbiamo quindi affrontato un viaggio di 8 ore in auto per tornare a Niamey. Ma non abbiamo vissuto pericoli diretti. Anche qui in città ora la situazione non riserva evidenti rischi. Certo sappiamo tutti che il contesto può subire variazioni repentine. Per questo l’allerta è massima. Infatti alcuni colleghi sono rientrati in Italia. Io al momento rimango".

In Niger è tutto sotterraneo, tranne la povertà. La ricchezza è nelle viscere. Ossia, l’uranio, combustibile delle centrali elettriche nucleari commerciali. Il Niger rifornisce mezzo mondo. Europa compresa. La povertà invece è manifesta. Secono le ultime ricerche, il 40% della popolazione vive nell’inferno "dell’estrema povertà". Sergio, che vive la situazione tutti i giorni, lo conferma: "Tutti gli istituti di ricerca internazionali danno questo Paese agli ultimi posti prendendo come indicatori l’educazione, la sanità e l’economia – ribadisce Sergio –. Noi seguiamo persone che spesso sono sfollate dai loro villaggi di frontiera, dove gli attacchi militari sono all’ordine del giorno. Persone poverissime, che hanno bisogno di tutto".

Cresciuto in Piemonte per ragioni di lavoro della famiglia, Sergio è residente a Forlì dove tuttora risiedono i genitori. "È dopo aver parlato con la mia famiglia che ho deciso per ora di restare qui, per continuare il mio lavoro, anche se in forma diversa, restando in ufficio e abitando negli appartamenti della Coopi". Dopo la laurea e gli studi di perfezione in Irlanda, Sergio ha lavorato in Tanzania prima di approdare a Coopi, nel 2017. Poi dopo 4 anni, destinazione Niger. "La gente qui è tutt’altro che guerrafondaia – spiega Sergio –. Le persone sono miti, disponibili. Purtroppo però la maggioranza di loro vive direttamente l’estrema povertà, dilagante, del Paese. Io spero di continuare a dare il mio contributo. Ma so bene, come ci dicono dalla Farnesina, con cui siamo sempre in contatto, che la situazione può cambiare in ogni istante. Oggi per esempio è l’anniversario dell’indipendenza del Paese. Sono previste manifestazioni. Vedremo".

Maurizio Burnacci