Dopo decenni di silenzio si è celebrata nella chiesa di Sant’Eufemia di Pietrapazza la messa nella notte di Natale. La spinta a organizzare il rito, con un passaparola silenzioso ma efficace, è venuta da fra’ Enrico, francescano che da un anno e mezzo ha scelto il ritiro eremitico proprio a Pietrapazza; un evento che, grazie a Nicola Andrucci, dipendente del Parco nazionale, si è trasformato in una cerimonia sentita e suggestiva, a cui hanno presenziato oltre venti persone.
"Si è scelto un profilo basso – dice Andrucci –, in quanto non era facile raggiungere la località per la presenza della neve e volevamo evitare incidenti. Erano presenti i rappresentanti delle storiche famiglie del luogo come i Marianini, gli Amadori, i Milanesi. La messa è durata un’ora e fra’ Enrico (alla tastiera) e il sottoscritto (al sax) abbiamo accompagnati alcuni momenti della funzione. Abbiamo fatto del nostro meglio perché non avevamo provato i pezzi e il freddo era pungente".
Andrucci racconta poi che "due amici, Claudio ‘Biffi’ Bignami (che su Pietrapazza ha pubblicato diverse ricerche) e Steve il calzolaio, sono arrivati a piedi da Bagno sfidando i 30 cm di neve partendo da Nocicchio in direzione della colla di Monte Piano e scendendo poi a Pietrapazza. Sono rientrati a casa alle 4 della mattina di Natale stanchi, fradici, ma soddisfatti".
La chiesa di Sant’Eufemia fu costruita ex novo nel 1938 sotto la spinta del parroco Domenico Zanchini, originario di Santa Sofia, e di tutti i capifamiglia. Un edificio in stile romanico a una navata che sostituì quello ubicato alla Graticce, decadente e non più in grado di svolgere la sua funzione.
Pietrapazza è posta a 734 metri di altitudine ed è sempre stata nei secoli una terra difficile da vivere. Oggi è presente solo un residente oltre ai frati dell’ordine religioso ‘Fratelli di San Francesco’ che hanno negli scorsi anni ristrutturato prima la vecchia canonica, trasformandola in un eremo, poi la chiesa e il campanile. La località ha raggiunto il numero massimo di residenti (245) nel 1789 per azzerasi nel censimento del 1971 dopo il grande esodo nel secondo dopoguerra. L’ultima messa di Natale fu officiata nel 1962.
Non poteva mancare durante il rito la lettura del racconto di don Zanchini sulla sua prima messa di Natale a Pietrapazza nel 1930, apparso sul Carlino a firma di Luciano Foglietta: "Guardai l’orologio: erano le 23.30, la Chiesa era già pronta fin dal pomeriggio. Tornai in cucina e guardai dalla finestrucola. Fu allora che vidi le luci. Rimasi di stucco. Era uno scenario fantastico. Nella notte, nera come la caligine, dalle montagne stavano scendendo ruscelli di luci rossastre. Erano tantissime fiaccole in fila indiana che scendevano verso la Chiesa. Andai all’altra finestra, quella che s’affacciava sul fiume. Altri rivoli di luci si muovevano dall’alto al basso. E tutti erano diretti verso di me. Erano loro, i miei ancor sconosciuti parrocchiani, erano le anime che avrei dovuto curare che si muovevano al richiamo della mia campana. Mezz’ora dopo erano tutti in chiesa, circa 150 persone".