Gigi Savini, insieme alla moglie Ivana Conficoni e alla figlia Chiara residenti a Dovadola, sono andati in pellegrinaggio a Medjugorje e raccontano con emozione la loro esperienza vissuta agli inizi di settembre. "Avevamo già in programma di fare una settimana di vacanza in Croazia – racconta Ivana – e abbiamo anticipato di tre giorni la partenza per andare fino a Medjugorje, seguendo il suggerimento che ci aveva dato un amico prete, per affidare alla Madonna tutta la nostra famiglia".
In quel luogo, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo, la famiglia Savini ha trascorso giornate particolarmente intense, come afferma Gigi: "Ci siamo immersi in quel clima particolare che si respira attorno al santuario e abbiamo visto di persona quello che il recente documento del Vaticano su Medjugorje mette in evidenza: frutti positivi per la vita di migliaia di persone che si riavvicinano alla fede, pregano e si confessano. Abbiamo saputo anche di famiglie che si riconciliano e di nuove vocazioni religiose".
Gigi racconta le iniziative che avvengono là: "Appena arrivati siamo saliti in cima alla collina delle ‘apparizioni’ insieme a tanti altri pellegrini. Abbiamo partecipato alla messa e ovunque gruppi spontanei di ogni nazionalità pregavano e cantavano. Tutto avviene in modo semplice e naturale e soprattutto in un clima di grande silenzio". Ricorda ancora Ivana: "Alla sera abbiamo seguito la messa nel grande anfiteatro accanto alla chiesa, con 5mila persone in un raccoglimento che colpiva, una grande onda di fede che ti accoglie e ti abbraccia".
E racconta pure di un incontro speciale avvenuto in quei giorni, quando sono entrati in una pasticceria per fare colazione e sono rimasti colpiti da una Bibbia presente sul bancone: "Il titolare mi ha raccontato che lui e la moglie hanno lasciato casa e professione in Lombardia e hanno deciso di trasferirsi con i tre figli piccoli a Medjugorje per incontrare i pellegrini e dare a loro testimonianza di fede". Per Ivana "è stata un’esperienza significativa per tutta la famiglia. Quello che abbiamo visto è certamente straordinario, per il resto sarà la Chiesa a valutare. Noi ci siamo portati a casa, oltre a tanti rosari da regalare agli amici, un modo diverso di pensare alle nostre giornate, guardando di più all’essenziale. E poi il desiderio di tornare ancora là, quando sarà possibile".
Alessandro Rondoni