ALESSANDRO RONDONI
Cronaca

Marcia della Pace, 400 partono dal carcere. E gli islamici firmano un accordo col prefetto

Intesa sulla ‘Carta dei valori, della cittadinanza e dell’integrazione’. Consegnato il messaggio del Papa ad autorità e fedeli

Intesa sulla ‘Carta dei valori, della cittadinanza e dell’integrazione’. Consegnato il messaggio del Papa ad autorità e fedeli

Intesa sulla ‘Carta dei valori, della cittadinanza e dell’integrazione’. Consegnato il messaggio del Papa ad autorità e fedeli

Il vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Livio Corazza, ha guidato la Marcia della Pace del 1° gennaio iniziata con il suggestivo raduno davanti alla Casa Circondariale. Il tradizionale appuntamento quest’anno si è così aperto in modo diverso e originale con l’avvio che è avvenuto in uno dei luoghi cittadini simbolo della sofferenza. Partendo, appunto, davanti alla Casa circondariale si è sottolineato ancor più il tema del messaggio di quest’anno di Papa Francesco per la giornata mondiale della Pace che, riecheggiando una frase della preghiera del ‘Padre Nostro’, recita: "Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua pace".

Si sono radunate lì circa 400 persone e hanno assistito all’inizio della cerimonia con il vescovo. Al suo fianco, fra gli altri, il cappellano del carcere don Enzo Zannoni, i dirigenti dell’istituto penitenziario, i rappresentanti di confessioni e fedi religiose e varie personalità cittadine. E vi hanno partecipato eccezionalmente anche alcuni detenuti in permesso. Favorita anche dalla bella giornata di sole, la processione si è quindi avviata fra le vie del centro, con la meditazione di alcuni brani del messaggio del Papa, con preghiere e canti, per giungere poi in duomo per la messa solenne.

Prima, ci sono state due soste: davanti al municipio in piazza Saffi, per la consegna del messaggio di Francesco al sindaco Gian Luca Zattini, e al prefetto Rinaldo Argentieri presso la sede territoriale del Governo in piazza Ordelaffi. Il prefetto ha ricambiato consegnando la ‘Carta dei Valori, della Cittadinanza e dell’Integrazione’, sottoscritta dal presidente della comunità islamica forlivese Mohammed Ballouck: il documento sarà tradotto anche in arabo.

Mons. Corazza ha poi presieduto la liturgia nella festa di Maria Madre di Dio in una cattedrale piena di persone accorse per l’occasione, oltre a quelle provenienti dalla marcia della pace. "Maria è una guida per tutti, non solo per i credenti – ha sottolineato il vescovo nell’omelia –. La maternità di Maria non è solo un tema religioso ma umano. Dio si è incarnato proprio per abbattere il muro fra religioso e umano". E ha sottolineato che "Maria accetta di vivere la sua libertà per amore. È libera di amare. Custodisce e dona Gesù come nostra salvezza e ci indica la chiave per aprire il nostro cuore alla pace". Pensando "alla storia di massacri continui causati dalle guerre, alla distruzione di vite umane, allo spreco e alla rovina di risorse, case, ambiente naturale", Corazza si è chiesto: "Perché non impariamo?". Richiamando il pensiero di Papa Francesco e l’apertura del Giubileo come occasione di riconciliazione, mons. Corazza ha aggiunto che "la pace o nasce dal cuore dell’uomo oppure non nasce da nessuna parte e non ci sarà mai". Il vescovo ha poi consegnato il testo del Papa ai vari rappresentanti delle aggregazioni laicali, associazioni e movimenti.

Corazza aveva celebrato il 31 in cattedrale la messa con il Te Deum nel tradizionale appuntamento di ringraziamento per l’anno appena concluso, e fra le "cose belle" del 2024 aveva ricordato l’ordinazione sacerdotale di don Francesco Agatensi, le esperienze di comunione fra i consacrati, nei consigli pastorali, la nuova parrocchia di Meldola, l’inizio della visita pastorale, il cammino sinodale, i progetti condivisi di solidarietà, le iniziative per le famiglie colpite dall’alluvione, e l’inizio del Giubileo. Fra le "cose brutte" aveva citato le culle e il seminario vuoti, la frammentarietà e la disunione nella pastorale, l’indifferenza e l’allontanamento dalla partecipazione alla vita della Chiesa e della società con il fenomeno dell’astensionismo elettorale, la crescita del disagio giovanile, il perdurare delle guerre, la scarsa sensibilità verso i poveri e i profughi.