REDAZIONE FORLÌ

Maestra violenta in classe. Convalidato l’arresto

La 63enne accusata di maltrattamenti a un alunno resta ai domiciliari. I familiari del bimbo: "Perché per mesi nessuno si è accorto di nulla?".

È stato confermato lo stato di arresto della maestra di sostegno di 63 anni, fermata dai carabinieri nei giorni scorsi con l’accusa di violenza e maltrattamenti nei confronti di un bambino di 7 anni, studente della prima classe di una scuola elementare di Cesenatico. Sulla donna pesano come macigni le prove raccolte attraverso intercettazioni ambientali e riprese con telecamere, dove si vede e si sente l’insegnante strattonare e dare schiaffi al piccolo con problemi legati ad una patologia di cui è affetto. Al materiale raccolto dagli investigatori nei primi tre mesi dell’anno, si aggiungono anche le testimonianze delle colleghe. Sono infatti più di una le maestre dell’istituto scolastico che si erano accorte del comportamento violento della 63enne e l’avevano invitata a cambiare approccio perchè era troppo dura nei confronti del piccolo e alzava le mani. Sempre dalle maestre è arrivata la segnalazione ai carabinieri di Cesenatico, che hanno informato la Procura della Repubblica di Forlì e poi eseguito le delicate indagini. Ciò che colpisce l’opinione pubblica è il fatto di trovarsi di fronte ad una insegnante assunta e retribuita proprio per aiutare questo scolaro, la quale invece lo maltrattava, picchiandolo e offendendolo a male parole. L’indagata, residente in un comune del comprensorio di Forlì, rimane agli arresti domiciliari nella sua abitazione dove ha la residenza. Il caso è seguito da vicino anche dall’avvocato Luca Bertuccini di Cesenatico, nominato dalla madre e dal padre della vittima.

Il legale non vuole entrare a fondo di un caso molto delicato e per il quale sarà aperto presto il processo, tuttavia dice: "Quello che posso dire io quale legale nominato dalla famiglia dell’alunno è che, pur a fronte di fatti di cui essi non hanno ancora piena e completa conoscenza, dato che non hanno ancora potuto avere visione del fascicolo d’indagine, i genitori del bambino sono affranti e costernati. Si può ben comprendere quale possa essere il loro dolore, pensando a ciò che può avere passato il loro figlio in questi mesi, senza che trapelasse nulla e che dunque non potessero supporre o immaginare lo svolgersi di accadimenti tanto gravi. In questo momento i genitori sono totalmente concentrati su loro figlio e stanno facendo tutto il possibile per dargli il supporto necessario a cercare di superare questa orribile vicenda. Confidano sul lavoro degli inquirenti ed auspicano che venga fatta giustizia, perché fatti così gravi non possono accadere in una scuola nell’anno 2024. Riguardo all’insegnante di sostegno, sentono ovviamente tradita la loro fiducia, perchè mai avrebbero pensato che la persona preposta all’educazione ed alla formazione di un bimbo, possa arrivare a tenere simili condotte, che nulla o quasi hanno di umano. Si chiedono, però, se sia realmente, possibile che in quella scuola nessuno in questi mesi si sia accorto di ciò che stava accadendo e per quale motivo a loro in quanto genitori, non sia stato riferito alcunché".