REDAZIONE FORLÌ

L’ufficiale giudiziario va allo stadio. Incasso pignorato, per sentenza: "Il Forlì? Non escludo il fallimento"

Un ex collaboratore chiede 130mila euro: "Lo dice il giudice". Il suo legale: "Se la società continua a non pagare valuterò la richiesta di una liquidazione". I legali dei biancorossi: "Abbiamo fatto appello"

L’ufficiale giudiziario va allo stadio. Incasso pignorato, per sentenza: "Il Forlì? Non escludo il fallimento"

Un ex collaboratore chiede 130mila euro: "Lo dice il giudice". Il suo legale: "Se la società continua a non pagare valuterò la richiesta di una liquidazione". I legali dei biancorossi: "Abbiamo fatto appello".

Forlì, 3 dicembre 2024  – Botteghino dello stadio ’Morgagni’, domenica scorsa. In campo i biancorossi sono imperiosi sul Piacenza. Ma lì fuori mica si esulta. Aria tesa. E neanche poco. L’addetto della cassa ha di fronte a sè l’avvocato Erika Ferrini e un ufficiale giudiziario del tribunale di piazzale Beccaria. Motivo della visita (che origina non pochi imbarazzi): il pignoramento dell’incasso del match.

Causale: esecuzione di una sentenza in nome del popolo italiano, emessa il 24 settembre scorso dal giudice del tribunale civile di Forlì, Emanuele Picci. Il verdetto condanna il Forlì (più altre due società di diversa partita Iva ma comunque collegate alla galassia biancorossa) a pagare dei soldi a un ex collaboratore esterno della principale società calcistica cittadina.

Il pignoramento riesce parzialmente: "Sono stati confiscati poco più di 2mila euro, pari a 208 biglietti venduti. Perché il resto degli spettatori avevano acquistato il loro posto in prevendita, e per quella va seguita un’altra procedura", rimarca l’avvocato Erika Ferrini, che tutela Franco Massa, consulente esperto di marketing e promozione aziendale, titolare della società E.Pro. Poi Ferrini sferra il colpo: "Prima di domenica avevamo dato esecuzione a una richiesta creditoria presso dei conti correnti delle tre società. Ma in tutto, finora, abbiamo raccolto circa 8mila euro. Direi che se la controparte continua in questo atteggiamento devo valutare l’eventualità, ovviamente nell’ambito della normativa vigente, di chiedere al giudice la liquidazione giudiziale". Tradotto: richiesta di fallimento del Forlì Calcio.

Estate 2019: Massa firma un contratto triennale con tre società: il Forlì Calcio, presieduto da Gianfranco Cappelli; la Academy Green Events Asd, capeggiata da Andrea Cangini, e la Ads Pool Forlì Junior, rappresentata da Gino Casalboni. Dicembre 2019: le tre società rescindono, unilateralmente, il rapporto con Massa. Motivo: "Inadempienza professionale". Massa, immediatamente, fa scattare una causa civile; la stessa andata a sentenza il 24 settembre scorso; la stessa che ha dato esecutività immediata – anche se è solo una sentenza di primo grado – al risarcimento a suo favore. Quanti soldi? Lo dice il giudice nella sua sentenza: 30.860 euro per il Forlì Calcio; 27.300 euro per la Academy; 28.480 euro per la Pool Forlì Junior. Il totale fa 86.640 euro. "In realtà la sentenza dice espressamente che vanno conteggiati gli interessi: quindi la cifra che devo avere si aggira a tutt’oggi a circa 130mila euro", precisa lo sesso Massa.

Ma che cosa doveva fare, la E.Pro di Franco Massa? "Io ho firmato un contratto per le mie competenze. Mi occupo di promozione aziendale. Tenga conto che il Forlì Calcio non aveva mai avuto una brochure di presentazione. Quindi sono dovuto partire dalle fondamenta – sottolinea Massa –. Poi mi sono occupato di stilare una lista di aziende interessate ad accostare il loro logo al marchio del Forlì Calcio, sia allo stadio, con la cartellonistica, sia per il sito internet. Poi però dopo 6 mesi d’impegno intensissimo, m’hanno detto che non avevo fatto bene il mio lavoro...".

La replica del Forlì Calcio (e delle altre due società) è affidata ai legali che figurano nel procedimento civile avverso a Massa, Irene D’Agata e Giovanna Volpe: "La sentenza del tribunale di Forlì, pur essendo di primo grado, è esecutiva. Ma noi abbiamo fatto appello. Non solo. Abbiamo pure inoltrato alla Corte d’Appello l’istanza di sospensiva dell’esecutività della sentenza di primo grado; e a questo riguardo i giudici hanno fissato un’udienza il 17 dicembre prossimo, a Bologna. In quella data i magistrati ci diranno se il verdetto sia effettivamente esecutivo. E comunque ci sarà l’Appello. Quindi è nel pieno diritto delle società non saldare il signor Massa. Anche perché, e questo farà parte dell’Appello, noi riteniamo che la sua opera di collaboratore esterno sia stata inadempiente. Per questo motivo, tra l’altro, i soldi pignorati non sono nella effettiva disponibilità della controparte".

Insomma: siamo al primo tempo. Forse neanche. Perché non si escludono supplementari (o addirittura i calci di rigore).

Maurizio Burnacci