
L’incontro, ieri sera, fra Fabrizio Curcio e il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini
Superare la tempistica del Pnrr e ridurre la burocrazia. Queste le principali richieste fatte dai sindaci del nostro territorio al commissario alla ricostruzione, Fabrizio Curcio, che li ha incontrati nella sede della Provincia (presenti anche Michele de Pascale, presidente della Regione, ed Enzo Lattuca, presidente dell’ente di piazza Morgagni e sindaco di Cesena). Proprio Lattuca ha chiesto se esiste la possibilità "di aggiungere carne al fuoco", intesa come possibilità di realizzare altre opere pubbliche di ricostruzione con fondi del Pnrr (parliamo di interventi da concludere entro giugno 2026), perché c’è chi rischia "di non fare in tempo. Come Provincia abbiamo 65 milioni di euro di progettazione, tantissimi. In qualche caso, con qualche integrazione di fondi, ce la faremmo a portarli in fondo".
Il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, riferendosi proprio alla fase della progettazione, è partito dal fatto che "facciamo fatica a reperire i tecnici e una delle ragioni è la natura del contratto, che è determinato. Faccio una proposta, attingiamo dai pensionamenti, per avere fin da subito personale formato". Sul Pnrr "il problema delle tempistiche è noto".
Forlì "è al sicuro se lo sono prima di tutti i piccoli Comuni dell’entroterra. Poi c’è il Montone, che resta osservato speciale e sul quale vanno calibrati lavori importati e una progettazione a tutto tondo. Infine, chiedo nuovamente al Commissario di individuare un ufficio della sua struttura in Romagna, vicino alle popolazioni alluvionate. Lo stesso ragionamento vale per gli operatori di Sfinge".
Curcio ha chiesto agli amministratori di fargli presente "esigenze puntuali. Così potremo lavorare in squadra. E questo avviene attraverso il dialogo". De Pascale ha prospettato, nel lungo periodo, di potenziare l’Agenzia regionale di Protezione civile e l’esigenza di "ricongiungere gli eventi del 2024 a quelli del 2023. I sindaci della Romagna forlivese hanno bisogno di maggiore supporto. Lavoriamo per identificare almeno un’opera per bacino, senza dover aspettare l’evoluzione di tutta la pianificazione, in grado di mettere in sicurezza il territorio".
l. b.