Innanzitutto speriamo di no, caro Franco, speriamo di non ritrovarci affatto con capannoni vuoti. La moltiplicazione degli insediamenti commerciali, in particolare in realtà quella dei supermercati, ha originato tante ovvie e anche legittime polemiche in questi ultimi anni, ma la questione è derivata da pianificazioni pregresse e quindi, dato che ormai le aree erano previste, c’è da augurarsi per il bene della città che a questo punto, una volta decollate, funzionino. Certo, tutto ciò fatta salva la questione di non vedere erodere ancor di più il margine di clientela e affari per i commercianti del centro storico, che andranno sempre più sostenuti: non so se sia possibile direttamente con sgravi o altro, ma almeno con l’attuazione di tutto quanto possa rendere il centro più attrattivo e possa favorire la loro attività. Non concordo, poi, con il suo rilievo sulla qualità dell’offerta: in realtà nei nuovi insediamenti stanno sbarcando anche case e marchi che a Forlì o non c’erano o che l’avevano lasciata. Certo, la zona di Pieveacquedotto è la porta d’ingresso della città dall’autostrada. Servirebbe quindi anche un adeguato arredo urbano e, ovviamente, del verde. Vedremo se nell’ambito di questa lottizzazione, come peraltro è per legge per chiunque costruisca una casa, tutto ciò vi sarà e non ci si trovi quindi solo in mezzo a una selva di capannoni.
CronacaL’impatto del polo commerciale di Pieveacquedotto