QUINTO CAPPELLI
Cronaca

Le ferite del terremoto. Tredozio, supermercato chiuso: "Riaprirlo costa 100mila euro"

I titolari sono marito e moglie, 41enni e con due bambini: "Abbiamo salvato frigo e merce, ma non sappiamo se riusciremo a ripartire. I clienti piangono insieme a noi".

Le ferite del terremoto. Tredozio, supermercato chiuso: "Riaprirlo costa 100mila euro"

"La chiusura del negozio alimentari Crai di Tredozio, per inagibilità a causa del terremoto, è un duro colpo per il paese, già in forte difficoltà per le frane". Lo ha detto Giovanni Montevecchi, responsabile Cna Area colline forlivesi, in visita al paese colpito: "Se i servizi se ne vanno, il rischio è che muoia il paese, già in ginocchio per le frane causate dall’alluvione". Aggiunge Villiam Antonelli, presidente Cna Area colline forlivesi: "Continueremo a sostenere gli imprenditori di Tredozio e dell’intera vallata del Tramazzo, per riprendersi da questa difficile situazione". L’attività di largo Ghetti è a pochi passi da piazza Vespignani ed è gestita da Claudia Pierazzoli, titolare dal 2007 insieme al marito Franco Gentilini, entrambi 41enni: "Dopo anni di sacrifici e mutui da pagare, questa botta proprio non ci voleva". Ennesimo duro colpo anche per il paese, anche se a trenta metri resta aperto un altro alimentari.

Claudia, come avete appresso la notizia della chiusura obbligatoria?

"Una settimana fa, all’apertura, poche ore dopo le forti scosse, abbiamo capito subito che la situazione era grave. A pomeriggio i vigili del fuoco ce l’hanno confermato. Verso le 18 ci hanno dato la sentenza: locale inagibile, perché i piani superiori al nostro negozio erano a rischio collasso, specialmente i solai".

Chiusura immediata?

"Sì. E giovedì è arrivata la conferma da parte delle squadre degli ingegneri della Regione".

Nelle ore successive che cosa avete fatto?

"Abbiamo portato via nel magazzino i frigo per salvare il possibile, i computer e la merce, con l’aiuto degli stessi vigili del fuoco, i volontari della Protezione civile, tanti amici e gli stessi clienti. Ringraziamo tutti".

Che prospettive avete? Riaprire in un container o in un modulo prefabbricato?

"Gli interrogativi sono tanti: dove? Come? Quanto possiamo spendere? E lo sa qual è il principale problema?"

Quale?

"Dovremo rimettere mano al portafoglio, come quando siamo partiti nel 2007. Ma allora eravamo solo noi due e più giovani. Oggi, invece, abbiamo anche due bambini che vanno a scuola nelle tende. E poi: possiamo ripartire con mutui e debiti?"

Un minimo per ripartire?

"Almeno 100mila euro. Come faremo col negozio chiuso, senza incassare? Lunedì sera quando siamo arrivati a casa abbiamo trovato la tassa dei rifiuti da pagare...".

Tredozio è però un paese solidale…

"È vero. Abbiamo clienti che piangono con noi, che ci aiutano e ci danno una mano in tutto. Altre persone ci hanno già offerto un posto di lavoro. Abbiamo 40 anni. Ma noi vorremmo continuare con il nostro amato lavoro nel negozio, perché di difficoltà ne abbiamo affrontate e superate tante noi due insieme".

A cosa si riferisce?

"Nel 2008, a un anno dall’inizio, abbiamo superato la crisi economico-finanziaria, legata anche ai mutui. Poi più recentemente il Covid e la pandemia, l’alluvione e le frane. Supereremo la chiusura per terremoto?"

Intravede una risposta?

"Sono fiduciosa. Io e mio marito la cercheremo, guardando negli occhi i nostri figli".