L’avvocato dei soldi degli anziani. Il pm: "Sottraeva denaro dai conti e li girava a se stesso o a parenti"

Professionista ’amministratore di sostegno’ di persone deboli denunciato e sospeso dall’attività

L’avvocato dei soldi degli anziani. Il pm: "Sottraeva denaro dai conti e li girava a se stesso o a parenti"

Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza di Forlì

Spesso i loro risparmi possono contare fino a qualche scarso migliaio di euro. O anche centinaio. Ma assommati tra loro, il totale non è affatto male. Ed è quello che s’è trovato di fronte lui, un avvocato, amministratore di sostegno di una cinquantina di "persone fragili", il più delle volte anziani, non più in grado di gestire se stesse e il loro patrimonio, nonché impossibilitate ad affidarsi a parenti capaci di farlo, per competenze o per impossibilità di tempo.

Così ecco che si staglia la figura, giuridicamente validata, dell’"amministratore di sostegno", nominato dal tribunale dopo una serie di credenziali e garanzie normative. Da quel momento, il signor tal-dei-tali è colui che ’sostiene’ e ’amministra’ i beni di queste persone.

Lui però, sempre l’avvocato in questione, adesso è finito nei guai: a suo carico pendono le ipotesi di reato di peculato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e omissione di atti di ufficio. Secondo le accuse formulate dalla Guardia di finanza di Forlì – coordinata dalla procura –, il legale avrebbe sottratto ai suoi assistiti una robusta somma di denaro, frutto del totale dei risparmi faticosamente riposti, nei loro conti correnti, dagli assistiti nel corso della loro esistenza. I detective della Finanza del comdando provinciale di piazza Dante hanno sequestrato all’avvocato "beni e disponibilità finanziarie per 114.500 euro, pari alla somma sottratta ai propri assistiti". Nei confronti del professionista è stata ora disposta anche la sospensione dall’incarico per la durata di 12 mesi: nel caso specifico, i finanzieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa del giudice "di una misura cautelare interdittiva".

Analizzando le movimentazioni finanziarie, le fiamme gialle forlivesi avrebbero rilevato come l’avvocato avesse trasferito su "conti correnti personali o su quelli di congiunti e di altre persone, ingenti somme di proprietà dei soggetti amministrati, attraverso bonifici bancari, assegni e prelevamenti in contanti". Quindi al legale sarebbe bastato digitare dei pin o dei codici iban, in suo uso per legge, per far sparire i soldi dal conto dei clienti.

"Il tutto in assenza di motivate e documentate ragioni di interesse degli assistiti e in mancanza di specifica autorizzazione del giudice tutelare", affermano le risultanze degli investigatori. Plurime movimentazioni di denaro che "oltre a essere orientate verso l’indebito soddisfacimento di interessi personali, non sono state ricomprese nei rendiconti periodici di gestione previsti dalla normativa", annotano ancora gli inquirenti nel loro atto d’accusa contro il professionista forlivese.