MATTEO BONDI
Cronaca

L’amarezza di Catalano: "In consiglio sono entrato Papa, sono uscito prete di campagna. In cambio, FdI avrà 4 società"

L’ex assessore ha perso la presidenza: "L’accordo prevedeva che andasse alla Civica, mentre il mio partito sceglierà i vertici delle partecipate del Comune. Ora renderò conto a 454 elettori".

L’amarezza di Catalano: "In consiglio sono entrato Papa, sono uscito prete di campagna. In cambio, FdI avrà 4 società"

L’amarezza di Catalano: "In consiglio sono entrato Papa, sono uscito prete di campagna. In cambio, FdI avrà 4 società"

Marco Catalano, già assessore all’agricoltura e al Pnrr con Fratelli d’Italia nella passata consiliatura, è uscito sconfitto martedì dal compagno di maggioranza, Loris Ceredi, nel ballottaggio per la presidenza del consiglio comunale.

Catalano, il suo partito l’ha votata solo alla seconda conta, per poi tornare alla terza su Ceredi. Cos’è successo?

"Dal punto di vista morale e non politico, mi sarei aspettato di andare avanti su Catalano fino alla morte. Mi sarei aspettato che mi votassero anche alla terza, è chiaro che alla quarta hanno salvato il sindaco, perché ci sarebbe stata una frattura nella maggioranza tale da pregiudicare il risultato delle elezioni".

Il suo capogruppo, Fabrizio Ragni, ha dichiarato alla terza conta che le era stata data ‘una possibilità’.

"Non mi è piaciuto quello che ha detto Ragni. Una possibilità si dà a una persona che non conosci, non a uno della tua squadra: è un termine bruttissimo. Mi aspettavo almeno altri termini. Anche perché sono stato consigliere di minoranza, provinciale e di maggioranza, presidente della prima commissione, assessore e il partito a Forlì l’ho ricreato io".

La spaccatura nella maggioranza sembra evidente.

"Le crepe ci sono e sono visibili. Perché ha vinto il centrodestra, ma ci sono delle interferenze, di dominio pubblico, da parte della Civica, con esponenti vicini alla sinistra. Mi riferisco a Marco Di Maio, Leonardo Gallozzi, Kevin Bravi, Sara Samorì. Se vogliono creare la Democrazia Cristiana, va bene, basta dirlo".

La spaccatura è quindi tra Civica e partiti di destra?

"Zattini deve decidere se la Civica è la sua lista oppure no. A volte lo è, a volte non lo è. Non può dire che i partiti non c’entrano, ma poi, quando c’è una difficoltà, aspettarsi che intervengano, come martedì. Lui è il sindaco, deve intervenire, deve decidere, ha una posizione apicale. Quando c’è da prendere una decisione, la deve prendere".

Il consigliere Massimiliano Pompignoli non ha votato per lei: si è astenuto, poi ha sostenuto Ceredi.

"Sappiamo tutti perché è andato nel gruppo misto dopo le elezioni, tra l’altro sbagliando completamente i tempi: è in trattativa con Fratelli d’Italia per avere un posto in Regione, avrebbe quindi anche potuto votare per me insieme al partito".

Ne ha per tutti...

"Anche Forza Italia si è astenuta. Eppure ho i messaggi del loro coordinatore provinciale, Giuseppe Bettini, che mi chiede di ‘tornare a casa’".

Si è incrinato il suo rapporto con Zattini?

"Sarò libero di prendere le mie decisioni, ma sosterrò sempre il sindaco, anche se ha abbandonato Mezzacapo. Non vorrei però più sentire la frase ‘io sono un consigliere come voi’. No, tu sei il sindaco. Troppo comodo essere democristiano".

È risentito per non essere stato confermato in giunta?

"Sono stato il secondo più votato di FdI, assessore per due anni. Considerato il risultato elettorale sono deluso perché sono stato messo da parte a favore di Luca Bartolini che non era neanche candidato. Lo sapeva che io valgo 4 partecipate?".

Cioè?

"Nell’incontro del 1° luglio a mezzanotte, dopo che era decaduta l’opzione Mezzacapo, il presidente lo dovevo fare io. La Civica si è impuntata che voleva a tutti i costi la presidenza: in cambio di Ceredi, ha lasciato le partecipate a Fratelli d’Italia, mentre i consiglieri delle stesse saranno indicati da Forza Italia".

Cosa farà adesso?

"Devo rendere conto a 454 persone che mi hanno votato. Ieri tanti mi hanno telefonato e hanno detto che non andranno più alle urne. Io e Mezzacapo rappresentiamo 920 persone a Forlì, una comunità".

Resta in Fratelli d’Italia?

"Mantengo quanto ho detto sabato, però è anche vero che non si sta in paradiso a dispetto dei santi. Anche perché io sono entrato Papa e sono uscito prete di campagna, altro che cardinale".