QUINTO CAPPELLI
Cronaca

La sagra del tartufo sfida il pazzo autunno

Oggi il primo atto a Dovadola, il presidente della giuria del concorso Alberto Barzanti: "Il prezzo? Fra i 150 e i 250 euro all’etto"

La sagra del tartufo sfida il pazzo autunno

La sagra del tartufo sfida il pazzo autunno

Apre a Dovadola la 56ª edizione della Sagra del Tartufo, in programma oggi e domenica prossima, con gli stand gastronomici della Pro loco in piazza Berlinguer, aperti dalle 11 alle 20, a offrire tante specialità a base di tartufo, fra cui crostini, tagliatelle, tagliolini, cappelletti, polenta, uova al tegamino e scaloppine, il tutto da gustare sotto i vari tendoni con un migliaio di posti a sedere. Anche un centinaio di bancarelle nelle vie e piazze del paese, fra cui sei che esporranno e venderanno tartufi. Ad Alberto Barzanti, decano dei tartufai locali e presidente della giuria che domenica 22 giudicherà quale sarà il Tartufo d’Oro (il pezzo più pesante) e il migllior cesto dei commercianti in fiera, il compito di fare il punto.

Barzanti, come si presenta la stagione del tartufo?

"Ancora la raccolta è scarsa, perché è piovuto troppo in primavera e poi è giunto un lungo periodo secco".

Che cosa si trova?

"Soprattutto qualche pallina di pezzatura piccola e di qualità ancora poco apprezzabile. Ma i commercianti avranno sulle bancarelle un buon prodotto".

Come sono le previsioni?

"Speriamo nella seconda parte di ottobre, in novembre e dicembre, perché il meteo annuncia pioggia, nella speranza che piova con giudizio. Anche l’anno scorso si partì male, poi a novembre e dicembre andò bene. Però bisogna dire che le frane hanno danneggiato anche le tartufaie facendone scomparire tante, forse più della metà".

In che modo è successo?

"Tantissime frane si sono verificate ai bordi dei fossi, i punti più freschi del terreno. E il tartufo per il 70-80% è umidità, acqua. Ma le cause della diminuzione del tartufo sono tante. Non è più come quando si fece la prima edizione della sagra 50 anni fa".

Cioè?

"Quella mattina arrivò in piazza Gianni Cagini, detto Giané, con il tartufo dentro la carriola. Ne avrà avuti almeno per 15 o 20 kg. Ma allora si andava alla cerca anche con la giacca, perché spesso pioveva ed era già freschino, non con il clima ancora estivo dei gironi scorsi".

I prezzi?

"Il tartufo di Dovadola e dell’Appennino romagnolo è fra i più pregiati in Italia e nel mondo, per profumo e qualità. Quindi il prezzo lo fanno pezzatura e qualità. Questo primo tartufo costa dai 150 ai 250 euro l’etto".

Cosa dicono i 30-40 tartufai di Dovadola, che i primi anni della sagra erano fino a 100?

"Che allora il giorno della vigilia della sagra erano tutti nel bosco da mattina a sera, anche perché il tartufo integrava reddito o pensione. Oggi, invece, siamo al bar, perché con secco e caldo il cane non cerca e il tartufaio si stanca per i scarsi risultati".