Forlì, 8 ottobre 2024 – "Dov’è finito il decreto ricostruzione?", "oltre un anno di vane promesse", "i nostri figli chiedono quando torneremo a casa", "i nostri nonni vogliono godersi la casa, non la tomba". Sono alcuni degli slogan della ‘protesta silenziosa’ apparsi nei giorni scorsi sulle facciate delle case terremotate il 18 settembre 2023 a Rocca San Casciano. Perché proprio ora? Forse perché domani la presidente facenti funzioni della Regione, Irene Priolo, commissario all’emergenza post-terremoto, arriverà a Portico e San Benedetto accompagnando il generale Francesco Paolo Figliuolo in visita ad alcune frane. Essendo le case terremotate in cima al paese e a pochi metri della statale 67, dove Figliuolo e Priolo transiteranno in auto, è probabile che l’intenzione sia stata quella.
"Abbiamo appeso i cartelli, perché chiediamo al governo e a tutte le autorità competenti che si passi dall’emergenza alla ricostruzione", spiega Lorenzo Frassineti, giovane presidente del comitato pro terremotati di Rocca, trasferitosi a Portico con la famiglia dopo l’inagibilità della casa: fra prime e seconde case sono oltre 30 gli appartamenti inagibile a Rocca e solo pochissimi sono rientrati, fra quelli che hanno chiesto il contributo per mettere in sicurezza la casa (fino a un massimo di 30mila euro, la metà già erogati). Spiega il presidente Frassineti: "Noi però, come chiedono anche i figli e i nonni, vogliamo rientrare nelle nostre case al più presto. Quindi, oltre a chiedere le agevolazioni come per altri terremoti, ad esempio l’azzeramento dell’Imu, siamo interessati al decreto della ricostruzione per le case private e in contemporanea anche il commissario alla ricostruzione".
Il sindaco di Rocca San Casciano, Marco Valenti, riflette: "Capisco e condivido le preoccupazione dei cittadini. L’esperienza c’insegna che purtroppo il rientro a casa non è rapido come chiedono".