diOscar Bandini
"Grazie alla diga di Ridracoli e al Canale Emiliano Romagnolo, siamo riusciti a garantire le forniture d’acqua alle famiglie, al settore agricolo, dell’ortofrutta e al settore turistico nonostante l’agosto più siccitoso di sempre". A parlare è Tonino Bernabè presidente di Romagna Acque – Società delle Fonti Spa che sottolinea ancora una volta che il sistema idrico integrato della Romagna ha permesso questo risultato obiettivamente positivo grazie all’utilizzo di fonti diversificate come le dighe di Ridracoli e del Conca passando per il potabilizzatore Nip2 della Standiana e alle fonti locali.
"Con la crescita esponenziale delle temperature – aggiunge – non si può più scherzare e quindi i soggetti pubblici e privati in campo dovranno prendere le contromisure necessarie intercettando le risorse del Pnrr per investimenti massicci funzionali al mantenimento e al potenziamento della rete esistente".
Ieri mattina il livello del lago era a quota 533,75 metri sul livello del mare con 14,2 milioni di metri cubi. Le piogge di giovedì e venerdì scorso hanno alzato il volume di oltre 1 milione di litri e di quasi 3 metri (2,88): sei giorni fa, martedì 5 ottobre, eravamo fermi a 13,1 metri cubi, circa 20 milioni di metri cubi in meno del livello massimo. "Nel 2020 la situazione è stata quasi analoga, così come rispetto al 2017. Rispetto agli anni più siccitosi, abbiamo più del doppio del 2007, quando erano 6,3 milioni; nel 2011 8,4". Bernabè lancia però un allarme: "Il vero problema sono le piogge. Al 30 settembre di quest’anno abbiamo registrato solo 35,4 millimetri mentre la media storica è di 105,9 millimetri. Due terzi in meno".
Dal 1° gennaio al 30 settembre 2021 sono caduti 740 millimetri contro una media storica di 1.430. Dati che acuiscono le preoccupazioni, non solo per la Romagna ma per tutto il pianeta. "Certo, le previsioni e le tendenze in atto fanno tremare le vene e i polsi e siamo in una fase di attenzione visto anche il Cer ha dovuto far fronte all’estate più siccitosa dal 1961 con un calo delle precipitazione tra il 50 e il 70% nell’area del Delta e della Romagna. Qui la situazione è ancora sotto controllo grazie alla lungimiranza degli amministratori che fin dalla metà degli anni ‘60 hanno pensato e poi realizzato Ridracoli. Pur tuttavia abbiamo dovuto ricorrere per alcuni paesi e frazioni all’uso di ben 130 autobotti. Ora bisogna accelerare nel metter in rete le fonti potenziando la macchina. Nel Pnrr ci sono le risorse ma anche i meccanismi per accelerare nelle autorizzazioni e concessioni di nuove fonti e nelle procedure per appaltare i lavori. Grazie poi al mega cervellone del ‘Tecnopolo Data Center’ di Bologna del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine – conclude Bernabè – dal 2023 avremo dati più sicuri e non approssimativi per capire le tendenze dei cambiamenti climatici".