La ’Nona’ di Beethoven: applausi per l’Accademia

Un successo l’evento organizzato dagli Incamminati di Modigliana nella vicina Bagnacavallo: una conferenza-concerto che ha incantato.

La ’Nona’ di Beethoven: applausi per l’Accademia

Sandro Cappelletto, Andrea Cappelleri,. Daniele Ambrosi, il presidente del sodalizio Venerino Poletti e Sara Piciucchi, organizzatrice dell’evento

Sabato scorso al teatro Goldoni di Bagnacavallo (Ravenna), pienissimo per l’occasione, l’Accademia degli incamminati di Modigliana ha realizzato la conferenza-concerto ’L’utopia della gioia, nascita e fortuna della Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven’, in occasione di 200 anni della esecuzione di una delle opere più famose dell’autore tedesco. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Bagnacavallo con la collaborazione della Biblioteca Classense di Ravenna.

"Il grande successo di pubblico riscosso – dichiara il presidente del sodalizio Venerino Poletti – conferma la validità delle proposte dell’Accademia e la sua attenzione nel promuovere e diffondere le conoscenze nel quadro dell’unità e universalità della cultura".

L’argomento è stato trattato da Sandro Cappelletto, musicologo, scrittore e storico della musica, che ha realizzato una lezione spettacolo insieme ai maestri Andrea Cappelleri, direttore d’orchestra, e Daniele Ambrosi, pianista.

Organizzatrice dell’evento per l’Accademia è stata Sara Piciucchi. L’alternarsi di spiegazioni ed esecuzioni della sinfonia, composta da Beethoven quando il musicista era diventato sordo, hanno permesso al pubblico di comprenderne il significato. Beethoven fece ricorso a un testo affidando ai solisti e al coro le parole dell’Ode alla Gioia di Friedrich Schiller.

Il 7 maggio 1824 la Nona e ultima sinfonia del grande compositore debuttò a Vienna e fu un successo assoluto. Con questa composizione Beethoven ci invita a credere che la gioia possa posarsi su di noi e che gli uomini si possano tutti abbracciare in una condivisa armonia.

Dal 1972 questa musica è diventata l’Inno dell’Unione Europea, ed è stata anche l’inno della Rhodesia razzista, e Stanley Kubrick, nel film Arancia meccanica, la scelse come colonna sonora delle scene più violente.

Giancarlo Aulizio