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La difesa ricusa il gip "Franco indotto al suicidio dai creditori Si giocava tutti i soldi"

Decapitato, prima seduta dell’udienza preliminare. Gli avvocati di Daniele Severi, accusato di aver ucciso il fratello per l’eredità, hanno chiesto il cambio del giudice e altre indagini e tracciato altre piste.

La difesa ricusa il gip "Franco indotto al suicidio dai creditori Si giocava tutti i soldi"

Il giudice ricusato. La richiesta di prolungare le indagini. L’ipotesi – avanzata dai difensori dell’incriminato – del suicidio di Franco Severi (trovato decapitato di netto, con la testa mai ritrovata). Il "mistero" (sempre secondo la difesa dell’accusato) dei 600mila euro che la vittima aveva incassato dalle assicurazioni per degli incendi al suo fondo ma poi "spariti", nel senso che alla quietanza di pagamento non corrisponde alcun conto corrente d’incasso. E in più c’è il fatto che in assenza d’una decisione, allo scoccare dell’anno, l’indagato uscirà dal carcere preventivo alla penitenziario della Rocca, dov’è rinchiuso dall’8 luglio 2022.

Il primo round dell’udienza preliminare per omicidio volontario aggravato e stalking contro Daniele Severi, 64 anni (presente in aula), autista di ambulanze in pensione, accusato di avere ammazzato (per l’eredità dei beni di famiglia) il fratello Franco, 53 anni, agricoltore boscaiolo, rinvenuto decapitato il 22 giugno 2022 nel suo fondo di Ca’ Seggio di Civitella, abbonda di sostanza, nonostante non ci sia da annotare alcun esito e tutto quanto sia poi stato rinviato al 29 e 30 maggio. E non è affatto detto che il doppio ravvicinato step partorisca una qualche ordinanza.

Punto d’avvio: la ricusazione. Gli avvocati di Daniele, Maria Antonietta Corsetti e Massimiliano Pompignoli, hanno inoltrato l’istanza alla Corte d’Appello di Bologna. E ieri mattina l’hanno comunicata in aula al giudice dell’udienza preliminare, Massimo De Paoli. Per i difensori De Paoli sarebbe incompatibile in quanto in passato ha trattato altre cause penali su Daniele, pur non arrivando a un verdetto, ma solo trattando i casi da gip. Il codice di procedura la contempla, anche se, nel caso speficifico, la ricusazione non è obbligatoria. Deciderà la Corte d’Appello, ma non si conoscono i tempi.

Versante indagini: la difesa ne ha sempre chieste di "ulteriori". Ritiene quelle della procura "imparziali". Ieri l’istanza è stata ufficializzata. I legali di Daniele ritengono che ci siano "altre piste inesplorate. Gli assassini di Franco vanno cercati altrove": l’hanno ribadito ieri.

Suicidio? Com’è possibile? Nell’ottica della difesa, Franco sarebbe rimasto vittima di creditori in cui sarebbe incappato nelle sue "assidue frequentazioni in night e sale da gioco". Così il boscaiolo, ha sottolineato la difesa in aula, sarebbe stato "indotto al suicidio". E questo perché, precisano gli avvocati, "negli slip di Franco è stata trovata polvere da sparo e la sua mano destra presenta macchie di sangue compatibili con un colpo di pistola". La decapitazione? Una mossa per far sparire le tracce.

E i soldi? È la novità di giornata. Si tratta di denaro delle assicurazioni antincendio. La difesa ipotizza che quei soldi Franco li abbia dilapidati "nel gioco e nei night", visto che non ci sarebbe "alcun conto corrente di confluenza". La difesa chiede altre indagini pure su questo.

Il giudice De Paoli ha annotato tutto. Nonostante la ricusazione è andato avanti: la procedura glielo permette. E questo per non incagliare la pratica: se non c’è un’ordinanza, Daniele uscirà di cella l’8 luglio prossimo. Il 29 e il 30 maggio replicheranno il pm Federica Messina (che punterà sull’indizio cardine: una macchia di sangue di Franco su un paio di scarpe di Daniele) e le parti civili (gli altri fratelli di Franco) difesi da Massimiliano Mambelli e Max Starni.

Maurizio Burnacci