
Il documento: quell’anno pareggio grazie ad entrate "non strutturali" (eredità, donazioni, 5 per mille). I timori per i tre esercizi successivi. Anche se il presidente assicura: "Nessun deficit nel 2024".
Nonostante abbia curato migliaia di pazienti romagnoli, all’Irst di Meldola sono mancati all’appello 3,2 milioni di euro: somme "non riconosciute dall’AUSL Romagna in applicazione dell’accordo di fornitura". A scriverlo è il verbale del bilancio previsionale 2024 dell’Irst di Meldola. Si fa riferimento a prestazioni erogate a pazienti delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, che secondo gli accordi competono all’Ausl. L’Istituto ha chiuso comunque l’anno in pareggio, grazie però a risorse straordinarie.
L’azienda sanitaria è anche socia dell’istituto (insieme a Università di Bologna, Regione Emilia-Romagna e, in minima parte al Comune di Meldola; più vari privati, tra cui lo Ior e la Fondazione Cassa dei Risparmi). Dall’analisi del bilancio consuntivo 2023 – l’ultimo pubblicato sul sito dell’ente – si vede che l’equilibrio è stato raggiunto grazie a un’eredità di oltre 2,3 milioni di euro, donazioni private per mezzo milione, sopravvenienze attive e contributi da anni precedenti per circa 2,9 milioni, e un utilizzo aggiuntivo del fondo del ‘cinque per mille’ pari a 406.693 euro. Un totale di oltre 5,7 milioni di euro di fonti definite "non strutturali", che hanno garantito di arrivare al pareggio. Il quadro economico dei prossimi anni, tuttavia, appare incerto.
Quando il piano triennale 2024–26 è stato presentato al consiglio di amministrazione e all’assemblea dei soci (l’11 e 12 dicembre 2023), infatti, si è messo nero su bianco che si ipotizza "uno scenario con significative perdite nei tre anni considerati". Ovvero fino al 2026.
Il bilancio consuntivo 2024 non è ancora stato pubblicato ma il presidente Fabrizio Miserocchi rassicura: "Irst è una realtà economicamente solida con un fatturato di oltre 100 milioni di euro, un patrimonio superiore ai 25 milioni e sostanzialmente senza debiti – così scrive il presidente in una nota, in risposta al Carlino –. Ciò significa che il modello pubblico-privato e le scelte fatte hanno permesso di mantenere in equilibrio tutti gli esercizi dal 2012 ad oggi. Anche la chiusura del 2024, grazie al lavoro di concerto con tutte le componenti societarie, sarà in pareggio".
La rassicurazione riguarda i servizi: "Le attività di cura e ricerca proseguono regolarmente". Anche se lo stesso Miserocchi ammette qualche preoccupazione: "Detto questo, non nascondiamo che viviamo in un contesto di difficoltà dovuto a costi emergenti e a richieste crescenti". Tuttavia, "le azioni messe in campo in questi giorni dalla Regione testimoniano la volontà di rispondere sia con la leva economica sia con una nuova progettazione dei servizi".
Il prossimo triennio sarà decisivo per capire lo stato di salute dell’Irst: secondo il presidente "la crescita dell’Istituto è tumultuosa e ha portato a riconoscimenti importanti da parte del Ministero della Salute, che ci classificano tra gli istituti oncologici sesti a livello nazionale, e primi a livello regionale. La sfida sarà renderla una crescita sostenibile. Basti dire che nel giro di un anno il bilancio dell’Istituto, a fronte della presa in carico della Farmacia oncologica della Romagna, crescerà del 50%". Era stata inaugurata, lo scorso 15 febbraio, alla presenza del governatore Michele de Pascale.
Le fragilità di bilancio a causa del mancato pagamento delle prestazioni da parte dell’Ausl Romagna resta però un tema da approfondire e monitorare: "L’Irst si è sempre basato molto sull’autofinanziamento, senza gravare sul Sistema sanitario regionale. Negli ultimi anni, l’aumento dei prezzi ha creato problemi anche a noi. Questo perché lavoriamo come se fossimo un ente pubblico pur essendo un’organizzazione privata – spiega Miserocchi –. Di conseguenza, non possiamo accedere agli aiuti economici che lo Stato dà agli ospedali pubblici".
L’istituto ha in cantiere anche la costruzione di un altro reparto di degenza nel nuovo padiglione dell’ospedale Morgagni-Pierantoni: "È necessario continuare negli investimenti, senza i quali non c’è crescita né ricerca. Lo stesso presidente de Pascale ha ribadito che il progetto dev’essere portato avanti. E così faremo, convinti che sarà un perno strategico del Comprehensive cancer care and research network Irst e Ausl Romagna. L’Irst è un bene di tutti e le professionalità, che ogni giorno permettono ai pazienti di trovare le migliori cure, devono essere preservate".