La zona rossa di una calamità naturale è quell’area della città maggiormente colpita dalla calamità stessa, in questo caso l’esondazione del fiume Montone, che ha allagato interi quartieri di Forlì. Via Livia Borghetto è una traversa di via Firenze, una delle prime zone a finire sott’acqua martedì scorso. "L’acqua è arrivata in piena e ha allagato tutte le cantine del nostro condominio, isolandoci completamente". A parlare è Rosario Lucarelli, professore di lettere alla scuola media Manlio Marinelli di Forlimpopoli, nonché referente di plesso della scuola stessa. "Al momento ci sono ancora 40, 50 centimetri di acqua mista al fango e non riusciamo a mandarla via - spiega il professore -. La nostra è una via stretta e, togliendo le cose presenti nelle cantine da buttare e riversate sulla strada, In questo modo abbiamo riempito la via e non si riesce ormai neanche più a passare con nessun mezzo, se non a piedi".
A dar man forte al loro professore, così come anche alle altre famiglie del condominio, ci hanno pensato i suoi alunni, quelli della 3ªE della scuola Marinelli. "Non solo gli studenti, ma anche i loro genitori, i colleghi e il personale scolastico – racconta Lucarelli – tutta la comunità scolastica è venuta in soccorso". Da giovedì della scorsa settimana si sono così presentati in via Livia Borghetto gli alunni della terza media di Forlimpopoli armati di guanti, stivali, pale e tanti generi di prima necessità. "Una delle famiglie del condominio - racconta il professore - aveva, proprio in cantina, tutti i cambi di vestiti e anche gran parte delle derrate alimentari. Hanno quattro figli. In pratica, hanno perso tutto. I ragazzi sono arrivati e hanno iniziato a portare vestiti e sporte della spesa con dentro beni di prima necessità. Adesso usiamo il mio appartamento come una sorta di centro di smistamento, ma almeno, in questo modo, siamo riusciti a dare qualche vestito e a tamponare un minimo l’emergenza, per quel che potevamo". Tutti i giorni colleghi, bambini, genitori si sono avvicendati per cercare di pulire, portare fuori le cose distrutte e da buttare, spalare fango.
"Venerdì e sabato scorsi - continua il professore di lettere -, i miei alunni sono venuti nel pomeriggio, perché a Forlimpopoli le lezioni sono riprese già venerdì scorso, a differenza di Forlì. Loro andavano a lezione la mattina e il pomeriggio si presentavano qui, pronti per dare una mano. E’ stato un gesto bellissimo di enorme solidarietà, non solo nei confronti del loro professore, ma anche di tutta questa comunità di persone colpite da questa parte del fiume Montone, che da martedì scorso è stata travolta dall’alluvione". L’emergenza è ben lontana dall’essere finita, i 50 centimetri di acqua e fango presenti nelle cantine sono ancora lì a testimoniarlo. Ma questo gesto mi ha regalato anche dei bei momenti, in cui c’è stato tempo anche per sorridere insieme e dare qualche colpo a un pallone infangato che galleggiava sull’acqua.
Matteo Bondi